Non preoccupatevi, non è tornato l’alieno che ci aveva aiutato a decifrare il senso del matrimonio italiano!
Questa volta, insieme allo Studio Rutigliano Trasatti (su instagram “I Divorzisti“), abbiamo preparato una guida per orientarvi nella complessità di separazione e divorzio. Separarsi non è mai una passeggiata, per questo motivo, vi proponiamo un articolo scritto a quattro mani con i nostri amici , adottando la formula della botta e risposta.

Ne è venuta fuori una guida ampia, che affronta vari aspetti pratici e legali da diverse angolazioni. Vi consigliamo di leggerla un po’ per volta, così da comprendere appieno ed essere preparati alle sfide che vi aspettano.
Perché prepararsi alla separazione (e poi al divorzio) è importante?
LIBAD: Affrontare una separazione non è semplice. Ma per fortuna il divorzio nel 2025 non è più quello dei nostri genitori. Lo possiamo affrontare diversamente: più consapevoli, più preparati e – permettetemi di dirlo – anche più ironici. Questa guida nasce proprio per questo motivo, e allo stesso tempo per non sottovalutare la sfida che ci aspetta: secondo la scala dello stress di Holmes e Rahe, il divorzio è considerato il secondo evento più stressante nella vita di una persona, subito dopo morte di una persona cara.
Questo perché, oltre al tumulto emotivo e psicologico, ci sono anche risvolti pratici ed economici da considerare. Lo so per esperienza personale e per questo motivo ho pensato fosse utile preparare una pratica checklist per potervi aiutare ad affrontare questo evento. Abbiamo subito coinvolto lo studio Rutigliano Trasatti in modo da poterci lavorare insieme. Da un lato, troverete consigli pratici e riflessioni per prepararvi emotivamente e mentalmente a quello che vi aspetta; dall’altro, le risposte tecniche e precise degli esperti su come navigare gli aspetti legali più complessi.
Entriamo subito nel merito dicendo che non tutti i divorzi sono uguali: alcuni riescono a svolgersi con un certo livello di serenità e collaborazione, mentre altri sono veri e propri campi di battaglia che farebbero sembrare la Guerra dei Roses una puntata di Friends. Dal punto di vista legale, le separazioni e i divorzi possono sfociare in due principali categorie: consensuali, quando le parti trovano un accordo su tutto, o giudiziali, quando il conflitto richiede l’intervento di un giudice per essere risolto.
Secondo l’ISTAT, nel 2022 oltre il 70% dei divorzi si è concluso consensualmente (anche se molti iniziano con le carte bollate). Mi piacerebbe pensare che sia perché abbiamo capito che anche la fine di un matrimonio merita rispetto e maturità… ma forse la verità è più pragmatica: nessuno vuole vivere anni in tribunale.
E voi dello Studio Rutigliano Trasatti, è quello che riscontrate anche nella vostra esperienza? Cosa distingue esattamente un divorzio consensuale da uno giudiziale e come cambia la gestione legale nei due casi?
RT: Certamente confermiamo le statistiche: la maggior parte delle pratiche di separazione, e a seguire di divorzio, sono consensuali o, quantomeno, si concludono attraverso un accordo. La differenza fra una procedura consensuale ed una giudiziale è, per usare un eufemismo, quella che intercorre fra il giorno e la notte.
La separazione consensuale (regolata dall’art. 158 c.c. e modificata dalla L. 55/2015 sul “divorzio breve”) prevede che i coniugi raggiungano un accordo su tutti gli aspetti: affidamento dei figli, assegnazione della casa, mantenimento. I vantaggi sono evidenti:
- Tempi: 4-6 mesi dalla presentazione del ricorso
- Costi: indicativamente tra i 1.500 e i 3.000€ per parte, salvo particolari questioni di carattere patrimoniale (ad esempio trasferimenti immobiliari)
- Stress emotivo ridotto: niente udienze contenziose
- Dal 2020, possibilità di non comparire fisicamente in tribunale
Non entrare fisicamente in Tribunale è cosa di non poco conto! Come detto anche una separazione consensuale può essere particolarmente lunga e difficoltosa: in alcuni casi le trattative per arrivare all’accordo possono durare anche più di un anno. In ogni caso, a livello emotivo le persone si sentono meglio soprattutto perché mantengono il controllo della loro vicenda e sono arbitri del loro destino.
La separazione giudiziale (Art. 151 c.c.) segue invece un iter più complesso:
- Deposito del ricorso (con documentazione completa del patrimonio)
- Udienza “filtro” davanti a un GOT (giudice onorario) per tentare di far conciliare i coniugi
- Deposito di tutti gli atti “istruttori”
- Prima udienza presidenziale entro 90 – 120 giorni dal deposito del ricorso
- Provvedimenti provvisori del giudice
- Fase istruttoria (testimoni, documenti, eventuali CTU relative alla genitorialità e/o di carattere patrimoniale)
- Sentenza (12-24 mesi, ma può durare anche 3-4 anni) Costi: indicativamente da 8.000/10.000€ in su per parte, variabili in base alla complessità
Recentemente abbiamo assistito un marito che inizialmente voleva procedere per via giudiziale, in quanto le discussioni in casa si erano incentrate sulle richieste economiche della moglie la quale riteneva di avere diritto ad un ingente assegno di mantenimento.
In un caso simile, spinti dall’emotività dei primi momenti, i coniugi erano entrambi intenzionati a perseguire la via giudiziale chiedendo ai rispettivi legali di formalizzare atti particolarmente aggressivi.
Fortunatamente anche i legali della moglie si sono dimostrati attenti e preparati, hanno assecondato le nostre richieste di incontri e di dialogo; insieme siamo riusciti a far passare il primo momento di emotività incontrollata e attraverso una serie di 4/5 incontri congiunti siamo arrivati ad un accordo congiunto.
Tutto ciò ha consentito ai coniugi di evitare costi molto più elevati, ma soprattutto hanno risparmiato ai figli un conflitto che sarebbe durato alcuni anni lasciando degli strascichi hi permanenti molto dannosi.
Quando consigliamo la via giudiziale? In presenza di:
- Violenza domestica o comportamenti pregiudizievoli per un coniuge o per i figli
- Occultamento di beni o redditi e conseguente necessità di azionare strumenti processuali propri della separazione giudiziale
- Totale impossibilità di dialogo / eccessiva conflittualità tra le parti
- Necessità di tutele urgenti (es. allontanamento dalla casa coniugale di un coniuge violento)
La recente riforma Cartabia (D.Lgs. 149/2022) ha introdotto novità importanti:
- Ricorso congiunto anche telematico
- Possibilità di negoziazione assistita
- Udienza “cartolare” (senza presenza fisica)
Queste modifiche hanno reso la via consensuale ancora più efficiente.
Al contrario, nella procedura giudiziale i coniugi devono necessariamente comparire davanti al giudice che, in assenza di un accordo, decide prima in via provvisoria e dopo l’intero iter del giudizio, con una sentenza. Nella procedura giudiziale spesso vengono ascoltati dei testimoni, vengono prodotti documenti che le parti ritenevano assolutamente privati…insomma il livello di conflitto si innalza molto facilmente
La Check-List: gli aspetti chiave da considerare
A. Riflessioni personali e preparazione emotiva
LIBAD: Se siete voi a volere la separazione, probabilmente ci state pensando da mesi, forse anni. Avete già immaginato mille volte come dirlo al partner, dove andrete a vivere, come cambierà la vostra vita.
Se invece è il vostro partner a chiedervi la separazione, il trauma può essere ancora più forte. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Marriage and Family, ricevere una richiesta inaspettata di divorzio può scatenare sintomi simili al disturbo post-traumatico da stress. Non vergognatevi se vi sentite persi, arrabbiati o traditi: sono reazioni assolutamente normali.
In entrambi i casi, la vita che vi aspetta sarà profondamente diversa da quella che avete vissuto finora. Il mio consiglio? Iniziate subito un percorso di supporto psicologico. So che che i GenX (soprattutto se uomini) sono spesso cresciuti con l’idea che “i problemi si risolvono da soli” e che “lo psicologo è per i matti”, ma fidatevi: avere un professionista che vi supporta e vi aiuta ad orientarvi in questo percorso può fare la differenza tra sopravvivere e rinascere.
E a proposito di rinascita: parliamo del suo opposto, ovvero il senso di fallimento. Quante volte vi siete sentiti dire (o vi siete detti) “il matrimonio è fallito”? Ecco, cambiamo prospettiva: il divorzio è la scelta giusta per uscire da una situazione che non funzionava e vi opprimeva; segna la fine di un ciclo e l’inizio del successivo. Secondo la psicologa Judith Wallerstein, autrice di “The Good Marriage”, le persone che affrontano il divorzio con questa mentalità hanno maggiori probabilità di costruire relazioni più sane in futuro.
Ma prima di pensare al futuro, concentriamoci sul presente: come gestire lo stress e l’ansia? Prima di tutto, condividete la situazione con chi vi sta vicino. Scegliete con cura le prime persone a cui parlarne: vi servirà una rete di supporto solida ma discreta. Può essere un fratello/sorella o un/una migliore amica, che poi diventano “divorce sponsors” – sì, proprio come negli AA, ma con più vino 😉
Non esiste un modo “giusto” di affrontare una separazione: alcuni piangono, altri si arrabbiano, altri ancora si buttano nel lavoro o nello sport. Oltre a questi aspetti che abbiamo affrontato in diversi articoli su questo sito, è importante capire cosa ci aspetta e come affrontare gli aspetti legali e qui cediamo la parola ai nostri esperti legali: in che stato emotivo arrivano i vostri clienti? Quanti hanno già in mente cosa li aspetta e quanti invece sono totalmente a digiuno?
E’ importante mantenere la lucidità emotiva durante il procedimento di separazione? Che consigli potete dare a riguardo?
RT: la lucidità durante il procedimento di separazione, comprensibilmente, viene spesso a mancare. È per questo che bisogna farsi guidare dal proprio avvocato (ed eventualmente da altri consulenti quali in primo luogo gli psicoterapeuti) per evitare di assumere decisioni che non siano davvero funzionali ai propri obiettivi, ma che spesso sarebbero solo dettate dal cieco desiderio di vendetta. Il consiglio più importante è quello di provare ad essere lungimiranti: cercare di vedere se stessi e la propria famiglia a distanza di anni; pensare alle conseguenze a medio e lungo termine delle proprie scelte.
Per esperienza possiamo dire che nella quasi totalità dei casi (certamente oltre all’80%) il cliente si presenta al primo incontro presso il nostro studio in uno stato emotivo fortemente alterato, spesso condizionato da un trauma; talvolta consigliato da amici e parenti a intraprendere immediatamente un giudizio.
Una nostra cliente che doveva divorziare da un marito particolarmente facoltoso (che in sede di separazione era stato già particolarmente generoso) pretendeva una liquidazione una tantum del tutto irrealistica.
Il marito le offriva comunque una cifra significativa (oltre 200.000,00 euro) ma lei pretendeva una erogazione molto maggiore.
Sono servite non poche discussioni con la cliente per farle comprendere che in sede giudiziale (oltre a spendere una cifra decisamente maggiore in termini di spese legali ed a rischiare di essere condannata al pagamento delle spese legali del marito) non avrebbe mai potuto ottenere dal giudice il provvedimento che desiderava (posto che non esiste la possibilità che una erogazione una tantum venga imposta dal giudice)
Se avessimo assecondato la richiesta, motivata esclusivamente dalla rabbia della nostra cliente, ci saremmo ritrovati in un lunghissimo contenzioso all’esito del quale lei non avrebbe mai ricevuto quanto il marito le stava proponendo.
Vediamo ora alcuni aspetti gestionali pratici.
Gestione della documentazione: La rabbia può spingere a comportamenti controproducenti come:
- Cancellare messaggi che potrebbero essere prove utili
- Inviare comunicazioni aggressive che verranno usate contro di voi
- Divulgare sui social network fatti che possono diffamare il coniuge con conseguente rischio di essere querelati
- Prendere decisioni finanziarie avventate (es. svuotare conti correnti; fare vendite simulate)
Impatto sui figli: la Cassazione (sentenza n. 9764/2022) ha recentemente stabilito che comportamenti dettati da astio che compromettono il rapporto con i figli possono portare a:
- Modifica delle condizioni di affido
- Sanzioni economiche (Art. 709-ter c.p.c.)
- Nei casi più gravi, affido esclusivo all’altro genitore
Strategie concrete per mantenere la lucidità in caso di conflitti: raccomandiamo ai nostri clienti:
- Attendere 24 ore prima di rispondere a comunicazioni provocatorie e, se del caso, condividere prima la risposta con il proprio legale
- Conservare una copia di ogni comunicazione importante
- Documentare ogni spesa e movimento finanziario
- Consultare un professionista prima di prendere decisioni importanti
Quando è necessario un supporto psicologico: Il Tribunale di Milano ha recentemente introdotto la possibilità di avvalersi di un servizio di sostegno psicologico gratuito (o comunque a prezzi decisamente calmierati) durante la separazione. Ne consigliamo l’utilizzo quando:
- Il conflitto è particolarmente acceso
- Ci sono difficoltà nella gestione dei figli
- Le emozioni impediscono di valutare proposte ragionevoli
- Si fatica a comunicare con l’ex partner
L’importanza della visione a lungo termine:
Un esempio concreto: in una vertenza di un paio di anni fa, una moglie, ritenendo il marito ossessionato dallo sport insisteva per ottenere l’affido esclusivo del figlio accusando il padre di essere assente e pertanto “inadeguato”. Dopo numerosi incontri, anche grazie al supporto di un terapeuta, la moglie ha compreso quali potessero essere i danni derivanti dall’esclusione di un genitore dalla vita dei figli, dei costi emotivi e economici di una battaglia legale, dell’importanza della figura paterna nella vita dei figli ed ha infine accettato un affido condiviso. Oggi, a distanza di due anni, la scelta si è rivelata essere stata la migliore per tutti.
Il consiglio più importante è quello di provare ad essere lungimiranti: cercare di vedere se stessi e la propria famiglia a distanza di anni; pensare alle conseguenze a medio e lungo termine delle proprie scelte. Esempio: nell’immediato avere un assegno più alto può apparire un risultato esclusivamente positivo e ciò potrebbe rendere appetibile e congrua una lotta per ottenere la somma più alta possibile. Ma se per colpa di una pretesa oggettivamente smodata (in eccesso o in difetto) il padre o la madre dei nostri figli verosimilmente avrà un tracollo finanziario e / o emotivo, siamo proprio sicuri che stiamo facendo la cosa giusta? Teniamo sempre a mente una comparazione fra valori: quale può essere la conseguenza di una nostra richiesta o anche di un nostro “eccessivo” successo in sede processuale? Stravincere molto spesso significa perdere senza saperlo.
B. La preparazione pratica: i documenti
LIBAD: Ecco ora arriva la parte che i più autistici di noi amano di più: organizzare, catalogare, fare liste! Noi che siamo cresciuti tra faldoni e raccoglitori ad anelli, che abbiamo vissuto la transizione dall’analogico al digitale, sappiamo quanto sia importante avere tutto in ordine. Ma cosa serve davvero per una separazione?
Dico solo che quando sono andato dall’avvocato la prima volta l’ho sorpresa con una chiavetta che conteneva un centinaio di documenti catalogati 😅.
Vi suggerisco di creare subito un archivio digitale con copia in cloud protetta da password (perché non si sa mai). Se avete documenti cartacei consiglio di farne una scansione.
Per l’archivio in cloud avete l’imbarazzo della scelta Google Drive, One Drive, iCloud, Dropbox o simili
Ma cosa dobbiamo archiviare? Ecco la mia checklist di sopravvivenza:
- Documenti finanziari vostri e del/della vostra partner:
- Estratti conto degli ultimi 3 anni
- Buste paga
- Dichiarazioni dei redditi
- Documentazione mutui e prestiti
- Investimenti e polizze
- Documenti immobiliari:
- Atti di proprietà
- Contratti d’affitto
- Bollette e spese condominiali
- Documenti personali:
- Certificato di matrimonio
- Stato di famiglia
- Carta d’identità
- Passaporti (anche dei figli)
- Tessere sanitarie
- Extra che nessuno vi dice di raccogliere ma che potrebbero tornarvi utili:
- Screenshot delle spese ricorrenti di famiglia (abbonamenti, palestra, etc.)
- Foto della casa e dei beni più importanti (con distinzione tra ciò che è di famiglia e ciò che è personale)
- Elenco delle utenze condivise da cambiare
- Cronologia delle spese straordinarie degli ultimi anni
- Copie di conversazioni whatsapp , email o altro con il / la vostra ex a supporto della vostra posizione
- Se ipotizzate che la separazione potrebbe essere conflittuale, provate a buttare giù la narrativa del vostro matrimonio del ruolo che avete ricoperto, dei sacrifici che avete fatto, dell’impegno che avete messo e di ciò che ritenete ne sia stata la causa.
Pro tip #1: Organizzate i documenti digitali con un sistema di nominazione chiaro e coerente. Per esempio: “CATEGORIA_DOCUMENTO_ANNO” (es. “FINANZIARIO_ESTRATTOCONTO_2023”).
Pro tip #2: Non cancellate nulla! Anche le email che sembrano insignificanti potrebbero rivelarsi importanti in futuro.
Questa era la mia opinione ma ora passiamo la palla a chi davvero ne sa: quali sono i documenti VERAMENTE indispensabili dal punto di vista legale? E se ci mancano alcuni documenti del partner, come possiamo fare?
RT: Fino a qualche tempo fa, la prima fase delle separazioni era decisa, da un punto di vista economico, sostanzialmente sulla base delle sole dichiarazioni dei redditi. È evidente che in alcuni casi poteva trattarsi di un dato incompleto o comunque non pienamente rispecchiante la reale situazione economica di un soggetto. Oggigiorno sin dall’inizio della procedura giudiziale è necessario depositare una moltitudine di documenti ed è pertanto meno essenziale acquisire tantissime informazioni sul patrimonio del coniuge. L’art. 706 c.p.c., modificato dal D.Lgs. 149/2022 (Riforma Cartabia), ha reso ancora più stringenti gli obblighi di disclosure patrimoniale sin dall’inizio del procedimento. Di seguito una lista dei documenti che vengono generalmente richiesti di riprodurre già dal tribunale: Dichiarazioni dei redditi (ultimi 3 anni, CUD/buste paga, Documentazione eventuali altri redditi (affitti, investimenti, etc.), Estratti conto bancari e postali, Visure catastali degli immobili, Documentazione su quote societarie, Polizze assicurative, Mutui e finanziamenti in corso, Spese condominiali, Utenze domestiche, Spese scolastiche dei figli, Spese mediche ordinarie e straordinarie e altro ancora.
Esistono comunque strumenti di tutela in caso di occultamento: La giurisprudenza (Cass. 15240/2018) ha stabilito che l’occultamento doloso di documenti può comportare:
- Inversione dell’onere della prova
- Determinazione del mantenimento su base presuntiva
- Sanzioni ex Art. 709-ter c.p.c.
Consigli pratici dalla nostra esperienza. Durante la separazione: tenere un registro dettagliato delle spese, conservando tutti gli scontrini di spese rilevanti, documentare le comunicazioni importanti con l’ex coniuge, monitorare prelievi anomali di contanti, bonifici a familiari o terzi, acquisti di beni di lusso, viaggi o spese voluttuarie
Ogni caso comunque va valutato singolarmente e contestualizzato. Sicuramente chi è ordinato e raccoglie sistematicamente tutti i documenti relativi alle spese di famiglia potrebbe essere avvantaggiato o, quantomeno, rendere più agevole il lavoro del proprio legale.
Come vi guideremo in questo processo?
- Innanzitutto, elaboriamo una valutazione prognostica a medio e lungo termine
- Forniamo una checklist personalizzata in base alla vostra situazione
- Assistiamo nell’acquisizione dei documenti mancanti
- Valutiamo preventivamente la completezza della documentazione
- Suggeriamo integrazioni specifiche per il vostro caso
- Valutiamo congiuntamente la necessità/opportunità di una preliminare consulenza di un terapeuta.
Ci sono poi molti consigli pratici in termini di protezione preventiva che possono essere forniti solo nel corso di una consulenza individuale… non per fare i misteriosi, ma perché un determinato consiglio, se non adeguatamente contestualizzato, potrebbe apparire una istigazione a condotte poco corrette nei confronti del proprio coniuge.
Tenete presente che la falsa dichiarazione sulla situazione patrimoniale può configurare reato di falsa dichiarazione all’autorità giudiziaria, motivo di revisione delle condizioni di separazione e risarcimento danni
C. La preparazione pratica: settiamo le aspettative
LIBAD: Preparatevi a entrare nella versione legale di “Stranger Things”: un mondo parallelo dove tutto quello che davate per scontato viene capovolto. E no, non sto esagerando!
Prima di passare la parola ai nostri esperti legali che vi spiegheranno nel dettaglio tutto l’iter procedurale, voglio condividere con voi alcune verità scomode che ho imparato sulla mia pelle (e sulla pelle di chi mi ha raccontato la sua storia).
Prima verità: “Non conosci davvero il tuo ex fino a quando non lo incontri in tribunale”. Ricordate quella persona ragionevole con cui avete condiviso anni di vita? Ecco, preparatevi a incontrare la sua versione “tribunale”. Ho visto trasformazioni degne del miglior film horror: pacifiche insegnanti di yoga trasformarsi in squali affamati, timidi impiegati diventare guru della manipolazione. Non sto dicendo che succederà nel vostro caso, ma è meglio essere preparati, no?
Seconda verità: il “gioco” delle richieste (soprattutto in ambito giudiziale) spesso segue una logica che definire particolare è un eufemismo. Immaginate di essere al mercato del pesce: si parte sempre sparando alto (molto alto) perché c’è questa convinzione che i giudici, specialmente in primo grado, tendano a cercare il famoso “in medio stat virtus”. Risultato? Se una parte fa richieste equilibrate e l’altra le spara grosse, indovinate chi rischia di essere penalizzato?
Terza verità: la scelta dell’avvocato è fondamentale quanto la scelta del partner (ok, forse su quella precedente non siamo stati proprio infallibili 😅). Non vi serve solo un professionista preparato, vi serve un mix tra Sherlock Holmes, Sun Tzu (l’autore del bellissimo libro “L’Arte della guerra”) e un mediatore ONU. Deve saper:
- Definire la corretta strategia processuale
- Riconoscere e controbattere i “mezzucci” legali della controparte
- Adattare il suo stile: essere un diplomatico con gli avvocati aperti al dialogo e un guerriero con quelli aggressivi
- Trasmettervi fiducia anche quando tutto sembra andare storto
- Parlarvi chiaro: se state facendo richieste irrealistiche deve dirvelo!
E qui arriva il consiglio più importante: fate un “colloquio di lavoro” all’avvocato prima di sceglierlo. Deve esserci feeling, dovete sentirvi a vostro agio. Se durante il primo incontro vi sentite come se steste parlando con un marziano, probabilmente non è la persona giusta per voi.
Una nota di speranza: anche se può sembrare un percorso a ostacoli (e lo è), alla fine la verità viene quasi sempre a galla. Sì, potreste dover aspettare tre gradi di giudizio e diversi anni, ma se avete ragione, prima o poi emergerà. Nel frattempo, dovrete fare un esercizio di prioritizzazione: cosa è davvero importante per voi? Su cosa siete disposti a cedere? Quali sono i vostri “non negoziabili”?
Ma ora basta con le mie “perle di saggezza” da veterano del divorzio. Lasciamo che i nostri esperti ci spieghino nel dettaglio come funziona realmente tutto l’iter, dalla presentazione della richiesta fino alla conclusione del procedimento nel caso consensuale e giudiziale.
RT: preliminarmente non possiamo che ribadire quanto sia importante scegliere bene l’avvocato! Ci deve essere una sintonia emotiva ed una reale simpatia (nel senso etimologico del termine) oltre ad una oggettiva serenità sulla competenza del professionista scelto. Attenzione: non vi difende (necessariamente) meglio chi mostra di sposare integralmente la vostra versione dei fatti e si pone in aperta ostilità con la controparte. Ovviamente l’avvocato deve perorare le vostre ragioni, ma se è il primo a cercare il casus belli forse vi starà difendendo del tutto solo in apparenza. Non parliamo ovviamente di malafede, ma di reale competenza e conoscenza delle situazioni che via via si presenteranno.
Per quanto riguarda le aspettative sulle attività di seguito alcuni aspetti (non esaustivi!) relativi alla separazione giudiziale, che è la procedura più complessa e richiede una strategia processuale più accurata.
Timing e scelta del momento del deposito: La tempistica del deposito può essere cruciale. Occorre considerare:
- Prima di tutto il tempo necessario alla predisposizione di un ricorso (spesso i clienti vogliono attendere ma poi, dall’oggi al domani, pretendono che il ricorso sia scritto e depositato…non funziona così.
- I periodi di sospensione feriale (1-31 agosto) e le tempistiche delle udienze del proprio tribunale
- La chiusura dell’anno fiscale
- Eventi patrimoniali rilevanti (bonus, TFR, vendite immobiliari)
Fase istruttoria nella giudiziale: Dopo i provvedimenti provvisori, si apre la fase più delicata. Il Giudice, sulla base di atti che a seguito della riforma Cartabia si depositano prima dell’udienza presidenziale, decide in ordine alle seguenti attività:
- Escussione di testimoni, ordini di esibizioni e di produzioni documentali
- Possibili CTU (Consulenze Tecniche d’Ufficio) valutazioni psicologiche e sulla genitorialità per determinare l’affidamento, il collocamento ed il regime di visita (6-8 mesi), Valutazioni patrimoniali (3-4 mesi), Valutazioni reddituali per professionisti/imprenditori (4-6 mesi), il tutto attraverso indagini da parte del Nucleo operativo del Guardia di Finanza.
Tattiche processuali da conoscere: Controparte potrebbe utilizzare richieste di rinvii strumentali, produzioni documentali tardive, eccezioni procedurali dilatorie, richieste di CTU non necessarie
La riforma Cartabia ha introdotto strumenti per contrastare queste tattiche:
- Preclusioni istruttorie più rigide
- Sanzioni per il cd. “abuso del processo”
- Poteri più incisivi del presidente del tribunale
Gestione strategica della documentazione
- Quando depositare certi documenti
- Come contestare documenti della controparte
- Come gestire documenti sopravvenuti
- Utilizzo di prove atipiche (messaggi, email, registrazioni)
Questi aspetti tecnico-procedurali possono fare la differenza tra una causa efficace e una dispersiva. La strategia processuale va costruita sin dall’inizio, considerando sempre il rapporto costi/benefici di ogni azione.
D. I figli: capire cosa vogliamo e preparare il cambiamento
LIBAD: “Papà, ma tu non ci vuoi più bene?” – “Mamma, è colpa nostra se vi lasciate?”
Sono le domande che nessun genitore vorrebbe mai sentire. Eppure, prima o poi arriveranno.
Gestire i figli durante una separazione è, senza dubbio, la sfida più grande. Non solo perché stiamo affrontando il nostro dolore, ma perché dobbiamo anche aiutare loro a processare una nuova realtà, che non hanno scelto.
La loro stabilità deve essere la priorità. E per farlo bisogna prepararsi, immaginare un futuro diverso e avere le idee chiare su come sarà la nuova vita con loro. Se siete stati genitori presenti – magari il caregiver principale (sì, anche i padri lo possono essere, vi assicuro) – l’idea di non essere più nella loro quotidianità può essere dolorosa, quasi insopportabile.
La buona notizia? Negli ultimi anni, i giudici tendono sempre più spesso a riconoscere l’affido paritetico: significa che i figli passano il 50% del tempo con ciascun genitore. Non solo i weekend alternati, ma anche tutta la settimana!
E qui voglio lanciare una provocazione: se da un lato stare senza i figli per una settimana può sembrare un’agonia, dall’altro può diventare un’occasione per ricaricare le batterie, ritrovare i propri spazi e essere un genitore migliore quando si è insieme. E comunque, non si sparisce: chiamate, messaggi si possono sempre fare per essere vicini e presenti quando serve (ad esempio una interrogazione o un evento sportivo).
Cose da sapere (e che non sempre ti dicono)
📌 Dopo i 12 anni, i ragazzi possono essere ascoltati dal giudice per esprimere la loro preferenza sulla collocazione (anche se la loro opinione non è vincolante).
📌 Dopo i 14 anni, il loro desiderio pesa molto di più, e di solito viene rispettato.
E poi c’è la scienza: uno studio pubblicato sul Journal of Child Psychology ha dimostrato che i bambini che mantengono un rapporto solido con entrambi i genitori dopo la separazione hanno livelli di adattamento significativamente migliori. Sembra ovvio, vero? Eppure, quante volte abbiamo visto padri allontanati, madri che usano i figli come leva, o – peggio – genitori che si auto-escludono pensando “forse è meglio così”…
La chiave? Costruire un nuovo equilibrio e gestire con intelligenza la comunicazione. Ecco alcune linee guida per farlo nel modo giusto:
Come dirlo ai figli (senza traumatizzarli a vita)
1 – Siate uniti nel comunicarlo
- Anche se vi detestate, i figli devono ricevere un messaggio coerente da entrambi.
- Niente accuse reciproche davanti a loro.
- Il concetto chiave? “Mamma e papà vi amano entrambi e continueranno a farlo.”
2- Preparatevi alle domande pratiche (perché arriveranno, eccome se arriveranno)
- “Dove vivrai?”
- “Ti vedremo ancora?”
- “Dobbiamo cambiare scuola?”
3 – Organizzate la logistica da genitori separati
- Prevedete uno spazio adeguato per i figli nella nuova casa.
- Mantenete le routine il più possibile (sport, hobby, abitudini).
- Pianificate in anticipo il calendario della gestione condivisa, per evitare discussioni inutili.
La parte più difficile? Gestire i sensi di colpa. Lo so. Vi starete ripetendo nella testa:
“Gli sto rovinando la vita.” “Sono un genitore terribile.” “Forse avrei dovuto resistere per loro.”
STOP.
I figli non hanno bisogno di genitori che si flagellano, ma di genitori presenti e sereni. Il modo in cui gestite voi stessi sarà il modello su cui impareranno a costruire il loro futuro.
Ora la vera domanda è: come si traducono tutti questi aspetti emotivi e pratici in termini legali?
Quali sono i diritti e doveri di un genitore separato? E soprattutto, come possiamo tutelarci per garantire il miglior equilibrio per i nostri figli?
RT: Partiamo dalla parte finale della domanda: per tutelarci e, soprattutto, per tutelare i nostri figli, dobbiamo chiedere un parere a un esperto. Qualsiasi coppia con figli che intende separarsi dovrebbe chiedere una consulenza ad un neuro psichiatra infantile per comprendere quale sia il confine tra il, fisiologico, conflitto coniugale e cosa invece si traduca in un potenziale danno per i figli. Parliamo di un aspetto delicatissimo della separazione: Il legislatore, con la Legge 54/2006, ha fatto una scelta chiara: l’affidamento condiviso è la regola, non l’eccezione. Questo significa che entrambi i genitori mantengono pari responsabilità e devono prendere insieme le decisioni importanti sulla vita dei figli, dalla scelta della scuola alle questioni di salute.
Ma come si traduce questo nella pratica quotidiana? Negli ultimi anni la giurisprudenza, in particolare con la sentenza della Cassazione 9764/2022, sta promuovendo sempre più l’affido paritetico: i figli trascorrono tempi sostanzialmente equivalenti con entrambi i genitori. Non esiste una formula magica: si può optare per l’alternanza settimanale, giorni alternati, o weekend alternati con pomeriggi infrasettimanali. La scelta dipende da vari fattori: la distanza tra le abitazioni, gli impegni scolastici, le attività dei ragazzi.
Un aspetto fondamentale, che già citavi, è l’ascolto dei figli. L’Art. 337-octies del codice civile prevede che i ragazzi sopra i 12 anni possano essere ascoltati dal giudice (sotto i 12 è facoltativo in quanto il giudice dovrà valutare l’effettiva maturità e lo sviluppo cognitivo del ragazzino). Questo avviene in un ambiente protetto, con un giudice onorario specializzato e senza la presenza dei genitori. Non si tratta di far “scegliere” ai figli con chi stare, ma di comprendere le loro esigenze e il loro punto di vista.
LIBAD: C’è un tema scomodo che non possiamo ignorare: l’alienazione parentale.
Succede più spesso di quanto si creda. Se notate che i vostri figli diventano improvvisamente ostili senza motivo, che vi evitano o sembrano diffidenti nei vostri confronti, mentre l’altro genitore vi ostacola sistematicamente o continua a mettervi in cattiva luce: parlatene con il vostro avvocato e cercate di documentare tutto (messaggi, mail, conversazioni)
Giovanni, Manuela… so che questo è un argomento delicato e ampio, ma quali sono le vostre prime raccomandazioni per chi si trova in questa situazione?
RT: Sappiamo che dare consigli dall’esterno è facile; ben altra cosa è trovarsi all’interno di un conflitto. Però la raccomandazione più importante è quella di non svalutare e svilire MAI la figura dell’altro genitore agli occhi dei figli. Far capire che la fine di un rapporto non significa che papà e mamma non possano essere entrambi bravissimi genitori. Evitate di cercare, facili, complicità con i figli a discapito del dialogo, che anche da separati va sempre mantenuto.
La Cassazione (sentenza 6919/2016) è molto chiara: chi ostacola il rapporto dei figli con l’altro genitore rischia sanzioni che vanno dall’ammonimento a sanzioni pecuniarie, fino alla modifica delle condizioni di affido. Nei casi più gravi, si può arrivare all’affido esclusivo all’altro genitore.
Come ci si tutela? Innanzitutto con accordi di separazione ben scritti, che definiscano nel dettaglio non solo il calendario ma anche le modalità di comunicazione e i protocolli per le decisioni straordinarie. È fondamentale prestare meno il fianco possibile a dubbi interpretativi. Poi esistono strumenti di supporto: la mediazione familiare, lo spazio neutro per incontri protetti, e una figura emergente che è il coordinatore genitoriale, già utilizzato in alcuni tribunali.
Il nostro compito come legali è far sì che questo quadro normativo, pensato per tutelare il diritto dei figli alla bigenitorialità, si traduca in una gestione pratica ed efficace che metta davvero al centro il loro benessere.
Spesso un eccessivo “vantaggio” conquistato nel rapporto con i figli a scapito dell’altro genitore, nel tempo, torna indietro come un boomerang senza controllo.
Teniamo anche in debita considerazione che l’eccessiva conflittualità, oltre a portare inevitabili sofferenze emotive ai figli, rende più verosimile l’ingresso nelle vostre vite dei Servizi Sociali.
Per concludere, esistono situazioni nelle quali il conflitto è davvero inevitabile. Ma troppe volte assistiamo a guerre che con un po’ di buon senso avrebbero potuto essere evitate.
LIBAD: Lo sappiamo: il tema è vasto e pieno di sfaccettature, e sicuramente avrete già un bel po’ di informazioni su cui riflettere. Per cui, per adesso, ci fermiamo qui: vi lasciamo il tempo di digerire i concetti.
Torneremo presto con la seconda puntata, in cui affronteremo altri aspetti fondamentali della separazione e del divorzio. Nel frattempo, se avete domande o dubbi, sapete dove trovarci!
Ne approfitto per ricordarvi che se avete dubbi relativi al vostro caso specifico potete contattare lo studio Rutigliano Trasatti e ricevere una consulenza di primo orientamento gratuita (da remoto o tramite parere via mail), semplicemente usando il modulo sul nostro sito oppure contattandoli direttamente e dicendo che arrivate da Life Is Better After Divorce 😀