La vita è meglio dopo il divorzio: 7 lenti per vederla diversamente

Tempo di lettura: 8 minuti

Negli ultimi mesi, ho ricevuto una valanga di commenti che mettevano in dubbio la mia sanità mentale per aver dichiarato che la vita è meglio dopo il divorzio. Alcuni ipotizzavano che fossi pieno di rancore verso la mia ex moglie, altri che non avessi ancora superato il trauma, e altri ancora che fossi un po’ misogino. Non mi meraviglierei se qualcuno pensasse anche che ho un poster di Freud in camera per consolarmi.
Comunque, per chiarire le mie motivazioni e spiegare cosa mi spinge a scrivere settimanalmente su questo blog, ho deciso di invitarvi a riflettere su come lo stesso evento possa essere vissuto in maniera diversa a seconda dello stato d’animo con cui lo affrontiamo.
Per esempio, spesso quando mi presento, la gente sembra interessata (ho un bel lavoro, molteplici interessi, mi piace correre e sciare, adoro viaggiare, ecc.), però quando dico che sono divorziato, nel 90% dei casi mi viene risposto subito: “Mi spiace”. Io subito di ritorno: “E perché? È stata la migliore scelta della mia vita! 😊”

E lo credo veramente! Riflettere su questa mia reazione è il punto di partenza per comprendere come il divorzio possa essere una porta aperta verso una vita più appagante.

Il Modello di Energy Leadership

Recentemente mi sono imbattuto in un modello di coaching che ho trovato rappresentare bene il mio modo di pensare: I sette livelli di Energy Leadership, sviluppato da Bruce D. Schneider. Questo modello è progettato per aiutare le persone a identificare e modificare i loro livelli di energia, influenzando positivamente il loro modo di pensare, sentire e agire. Sì, avete capito bene, non sto parlando di chiacchiere new age, ma di qualcosa di più pratico.

In che cosa consistono esattamente questi livelli? ogni livello di energia rappresenta un modo specifico di percepire e reagire al mondo. I livelli più bassi (1 e 2) sono dominati dall’energia catabolica (negativa e distruttiva: spesso associata a emozioni negative come rabbia, paura, stress e resistenza), mentre i livelli più alti (6 e 7) sono dominati dall’energia anabolica (positiva e costruttiva: associata a emozioni positive come gioia, gratitudine, amore e passione).

Mentre i primi livelli consumano risorse mentali ed emotive, portando a un impatto negativo sulla salute e sulle prestazioni, gli ultimi supportano la crescita, la guarigione e l’innovazione, migliorando il benessere e la produttività.

Cosa c’entra il modello di Energy Leadership con il divorzio?

Il divorzio, come ben sappiamo, ha un impatto devastante sulla vita delle persone. Se parliamo con persone divorziate, scopriamo che i sentimenti possono variare enormemente. Disperazione, rabbia, paura, sollievo, entusiasmo… ci sono tutte le sfumature dell’arcobaleno emotivo. (a riguardo puoi leggere il nostro articolo Quando l’amore finisce: dal distacco al divorzio)

Sapete bene tutti come lo stato d’animo di una persona possa cambiarne il percepito: la rete è piena di meme che inneggiano al pensiero positivo, persino la saggezza popolare ne da cenno con i discorsi sul bicchiere mezzo pieno.

La vita è meglio dopo il divorzio

Ho subito notato quindi come il modello dei sette livelli di Energy Leadership si presti bene a confermare che, indossando lenti differenti, è possibile vivere il divorzio in maniera diversa.

Vediamo quindi come sia possibile applicare questo modello alla gestione di un divorzio trasformando un’esperienza difficile in un’opportunità di crescita e miglioramento personale.

Prima Fase: Scoperta e Decisione

Livello 1: Vittima

Ci siamo passati tutti: all’inizio, ci si sente sopraffatti ed impotenti, come se ci avesse investito un treno: si può andare nel panico ed è assente totalmente il controllo sulla situazione.

Sia che siamo stati noi a decidere di uscire dal matrimonio, sia che abbiamo subito la decisione, il pensiero dominante è: “La mia vita è finita“. Ci sentiamo vittime, possiamo essere assaliti dal terrore di uscire sopraffatti, pensare che il tribunale ci penalizzerà in maniera ingiusta e che saremo in grandi difficoltà economiche (oltre al fatto che non riusciremo mai più ad essere felici). La lunghezza di questa fase varia, ma la buona notizia è che, di solito, è temporanea. Anche se in alcuni momenti ci si ritorna come se fosse un maledetto deja-vu

Livello 2: Rabbia/conflitto

Eccoci al livello della rabbia. Qui è dove si esce dalla posizione fetale e si inizia a pensare seriamente al divorzio. La rabbia è indirizzata sia a se stessi (“Ma perché l’ho sposata?”) sia al partner (“Quel bastardo!”). Inizia il gioco del dare la colpa all’ex e si sogna di diventare un pugile professionista solo per avere una scusa per sfogarsi. Ogni cosa è vista attraverso lenti ostili, e la negatività regna sovrana: siamo focalizzati solo su noi stessi e per nulla costruttivi.

Anche per esperienza personale posso dire che da questo livello generalmente si riesce ad uscire in maniera definitiva solo se c’e’ collaborazione da parte dell’ex partner; se la controparte è arrabbiata e litigiosa, si finisce per tornarci spesso… e alla fine se ne esce solo qualche anno dopo la firma del divorzio.

Seconda Fase: Decisione e Azione

Livello 3: Diplomazia

In questa fase non si da più la colpa ad altri ma si accetta la situazione e si razionalizza. Si pensa ancora principalmente a se stessi, ma si inizia a giustificare le scelte. “In fondo le cose non andavano bene da anni… e poi posso finalmente tornare a giocare calcetto con gli amici.” Quando si è a questo livello si può iniziare a considerare la consultazione di un avvocato e la ricerca di supporto emotivo (se non da professionisti, quanto meno da amici stretti).

Livello 4: Compassione

In questo livello si inizia a guardare fuori e ci si può iniziare a chiedere che cosa provano gli altri. Ad esempio, ci si inizia a chiedere e ci si preoccupa di cosa possano provare i figli. E si cerca di trovare soluzioni che li possano proteggere. “Voglio solo il meglio per loro: Gli sarò di supporto in ogni modo possibile, per il bene di tutti.

L’empatia verso gli altri può aiutare a gestire la situazione con meno conflitti e più comprensione, facilitando una separazione più armoniosa.

Terza Fase: Transizione e Adattamento

Livello 5: Opportunità / Alleanza

Dopo la separazione, si inizia a vedere la situazione come un’opportunità per una nuova vita. Questo livello ti permette di essere entusiasta delle nuove possibilità e di essere flessibile nell’adattarti ai cambiamenti. “Posso fare tutto ciò che ho sempre voluto… persino imparare a fare il pane con il lievito madre.” In questa fase si può essere più comprensivi con il partner e si riesce ad andargli incontro nella gestione degli appuntamenti e aspetti educativi dei figli. “Qual è la migliore soluzione per me, per lei e per i figli?

Livello 6: Senza più paura

Mentre ci si adatta alla nuova vita, si inizia a riflettere su chi si è veramente e su cosa si desidera per il futuro. E’ il livello dell’intuizione e della creatività. Questo livello porta una profonda gioia e connessione con il vostro vero sé. “Tutto ha un valore e uno scopo, anche la mia vita passata che mi ha portato ad essere quello che sono

Quarta Fase: Rinnovamento e Crescita

Livello 7: Libertà assoluta

Alla fine, raggiungere questo livello significa vivere una vita piena di passione, creatività e realizzazione. Hai superato le difficoltà e hai creato una nuova realtà per te stesso, trovando felicità e benessere. In generale non e’ un livello in cui si riesce a rimanere a lungo però quando ci si arriva, ci si sente davvero liberi.

Quindi il divorzio lo vedi come la fine o un nuovo inizio?

Il divorzio è spesso visto come la fine di un capitolo importante della vita. Ma è davvero così? O potrebbe essere un’opportunità per un nuovo inizio, una nuova prospettiva e, oserei dire, una versione migliorata di noi stessi? Dopotutto, abbiamo tutti sentito il detto “quando una porta si chiude, un’altra si apre”. Certo, a volte sembra più che una porta si chiuda e tu sia rimasto intrappolato nella stanza dei troll di internet, ma è qui che entrano in gioco le lenti dell’Energy Leadership.

Life is better after divorce

Ecco un paio di aspetti in cui il divorzio può essere un catalizzatore per la crescita personale:

  1. Riflessione Personale Il divorzio ti costringe a riflettere su te stesso e sulle tue scelte. Può essere un’opportunità per capire meglio chi sei e cosa vuoi dalla vita.
  2. Miglioramento delle Relazioni Il divorzio ti insegna a comunicare meglio e a gestire i conflitti in modo più efficace. Queste abilità possono essere utili in tutte le tue relazioni future, non solo quelle romantiche.
  3. Resilienza Superare un divorzio ti rende più resiliente. Impari a gestire le difficoltà e a riprenderti dalle avversità, il che ti rende più forte e più capace di affrontare qualsiasi cosa la vita ti riservi.

Per ulteriori approfondimenti potresti leggere il nostro articolo Si può essere felici dopo il divorzio?

Conclusione

Il divorzio non è la fine del mondo. Anzi, può essere l’inizio di una vita nuova e più soddisfacente. Crescita personale, maggiore autocoscienza,  libertà di essere noi stessi, nuove opportunità, più tempo per noi, nuove relazioni… come dicono gli inglesi THE BEST IS YET TO COME!

Non importa quanto difficile possa sembrare, ricorda che hai il potere di trasformare questa esperienza in qualcosa di positivo. Quindi, prendi il controllo della tua vita, metti via il rancore e inizia a guardare avanti.

#lifeisbetterafterdivorce 😉


Una risposta a “La vita è meglio dopo il divorzio: 7 lenti per vederla diversamente”

  1. Grazie mille per le sue parole…. Io adesso sono Dell idea che é difficile sperare in un futuro migliore….. Ci vorrà tempo…

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