I vostri racconti: quando pensi di conoscere tua moglie e scopri che non è la persona che hai sempre creduto – la storia di Franco

Tempo di lettura: 8 minuti

Cari lettori, bentornati al nostro incontro periodico di ‘Divorziati Anonimi’ dove il primo passo è riconoscere di aver sposato la persona sbagliata!  

Matrimonio infelice

Come sapete, recentemente vi ho invitato a raccontare le vostre storie, non per alimentare pettegolezzi, ma per creare un tessuto di esperienze che possa sostenere chi sta attraversando momenti difficili.

Dopo la toccante storia di Mara, che ci ha regalato una prospettiva femminile sul divorzio, oggi sono felice di presentarvi una storia maschile. Sì, il nostro appello agli uomini ha funzionato: Franco – che mi ha chiesto espressamente di usare il suo vero nome – ha deciso di parlare di sè. Prima di immergerci nella sua storia, vorrei ringraziarlo sinceramente per la sua scelta.

Caro Franco, aprire il tuo cuore e condividere momenti così intimi non è da tutti. La tua storia non solo ci offre una preziosa prospettiva maschile sul divorzio, ma sfida anche quegli stereotipi di genere che troppo spesso ci ingabbiano. Hai dimostrato che sensibilità, riflessione e vulnerabilità non hanno genere. A nome di tutta la community di L.I.B.A.D., grazie.

E per tutti voi là fuori che state pensando “Ehi, anch’io avrei una storia da raccontare!”, ho una buona notizia: Franco non è solo! Un paio di altri lettori mi hanno già anticipato che stanno mettendo nero su bianco le loro esperienze. Ragazzi, non vedo l’ora di leggerle!

Ricordo che non si tratta di contrapporre esperienze maschili e femminili, ma di arricchire il nostro panorama di comprensione.

Quella di Franco è una storia lunga, ci ha voluto raccontare come si è evoluta e i sentimenti che ha provato nelle diverse fasi. Vi invito a leggerla con empatia e rispetto, ricordando che dietro ogni divorzio c’è una storia umana, complessa e unica.

Maria ed io ci siamo conosciuti durante gli anni delle superiori. Frequentavamo lo stesso istituto tecnico, e al quarto anno è scattato qualcosa tra noi. Ci siamo innamorati follemente, lei era la mia prima ragazza e anche io per lei ero il primo. Insieme abbiamo scoperto l'amore, i rapporti e, piano piano, la vita adulta. Quando abbiamo finito la scuola, abbiamo deciso di fare quel passo che sembrava naturale: ci siamo sposati poco dopo l'università e abbiamo acquistato una casa insieme.

Siamo stati una coppia affiatata da subito. Gli amici spesso ci dicevano che eravamo la coppia ideale, e io lo credevo davvero. Maria era sportiva, sempre in movimento, anche se introversa, mentre io ero più tranquillo ma decisamente più espansivo. Insieme ci completavamo, o almeno così sembrava. Condividevamo molte passioni, come le gite in moto, un’attività che lei amava particolarmente essendo una motociclista esperta.

I primi anni del matrimonio sono stati, per quanto mi riguarda, davvero felici. O almeno, questo è quello che pensavo. Maria si dimostrava sempre entusiasta delle mie proposte, anche se col senno di poi mi rendo conto che, forse, la sua partecipazione era più passiva che attiva. Attribuivo questo al suo carattere introverso, senza mai domandarmi se ci fosse qualcos'altro sotto.

Poi, tutto è cambiato. Senza preavviso, Maria è diventata distante, come se qualcosa in lei si fosse spezzato. Iniziò a chiudersi in sé stessa, passando ore in camera ad ascoltare musica con le cuffie, fissando il soffitto. Io non capivo, cercavo di parlarle, ma lei mi diceva solo che non sapeva cosa volesse dalla vita, che non era più sicura delle sue scelte. Non riuscivo a comprendere cosa stesse succedendo: eravamo felici, no? O almeno così avevo creduto.

La situazione peggiorò quando ricevette finalmente una promozione lavorativa, qualcosa che aveva desiderato per anni. Invece di essere felice, sembrava ancora più persa. Viaggiava più spesso per lavoro e quando tornava a casa, si isolava ulteriormente, persa nei suoi pensieri e nella sua musica. Non sapevo più come aiutarla.

Poi arrivò il colpo di grazia: un giorno, mi chiese di avere dello spazio per riflettere e andò a vivere da sua madre. Ero completamente spiazzato, non sapevo cosa fare o cosa pensare, ma decisi di rispettare il suo bisogno di spazio. Le davo il tempo e ogni tanto la chiamavo per sapere come stesse, sperando che le cose migliorassero. Ma non miglioravano. Anzi, sembrava che tutto stesse stagnando.

Dopo qualche mese di questo limbo, le telefonate si fecero sempre più rare, fino a quando lei mi disse che forse era meglio se ci lasciassimo. Mi disse che non riusciva più a trovare un senso nella nostra relazione e, più in generale, nella sua vita.

Quella notizia mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Non riuscivo a capacitarmi di come fossimo arrivati a quel punto. Cosa era andato storto? Dove avevo sbagliato? Mi tormentavo per capire cosa fosse cambiato in lei, ma più cercavo di trovare risposte, più mi sentivo smarrito.

Poi, per puro caso, venni a sapere che Maria aveva iniziato a frequentare un altro uomo, un ragazzo più giovane, tatuato e appassionato di moto come lei. Mi colpì ancora di più scoprire che quest’uomo fumava cannabis e, con mio grande stupore, anche Maria aveva cominciato a farlo. Lei, che era sempre stata così rigorosa e contraria persino al mio occasionalissimo vizio di fumare una sigaretta, adesso si era avvicinata a un mondo che fino a poco prima avrebbe criticato aspramente.

In quel momento, mi resi conto che la persona che avevo amato e con cui avevo condiviso tanti anni non era più la stessa. Era come se quella Maria che conoscevo fosse scomparsa, sostituita da una nuova versione di sé che non riuscivo a comprendere. 

Mi sentii tradito, confuso, e persi ogni speranza di riconciliazione. E così, quando lei mi chiese il divorzio, pur con il cuore pesante, accettai. La nostra relazione, ormai, non aveva più senso.

Dopo la separazione, mi trovai al momento più basso della mia vita. Non avevo più punti di riferimento e mi sentivo perso. Tuttavia, nonostante il dolore, cominciai a cercare una via d'uscita, un modo per ricostruirmi. Mi iscrissi in palestra, e l'attività fisica divenne la mia salvezza. Giorno dopo giorno, allenandomi, sentivo il mio corpo e la mia mente rinascere. Mi aiutò a scaricare la tensione, ma anche a rimettermi in contatto con me stesso, a capire chi ero fuori dal matrimonio.

In quel periodo, iniziai anche a viaggiare, e i viaggi con "Avventure nel mondo" furono un’esperienza rivelatrice. Viaggiare mi fece incontrare persone straordinarie, mi fece riscoprire la bellezza del mondo e quanto ci fosse da scoprire, oltre le mura di quella casa che un tempo mi sembrava essere il centro del mio universo. Mi resi conto che c'era ancora tanto da vivere, e che la vita non finiva certo con la fine del matrimonio.

Scoprii, con il tempo, che la relazione non era iniziata dopo che lei si era trasferita dalla madre per "riflettere", come mi aveva detto. Questa storia andava avanti già da prima che lei mi parlasse della sua "crisi". Tutto quel periodo in cui Maria si era mostrata confusa, persa, in cerca di sé stessa, in realtà era una farsa. Non era altro che una giustificazione, un modo per prepararmi a una separazione che probabilmente aveva già deciso da tempo.
Il senso di tradimento che provai fu immenso. Mi resi conto che, mentre io ero lì, cercando di essere comprensivo e rispettoso dei suoi spazi, lei viveva una doppia vita. Tutte le volte che mi ero preoccupato per il suo malessere, che avevo cercato di parlarle e sostenerla, lei aveva già preso una strada diversa, con un’altra persona al suo fianco.
Ad ogni modo ora io ero una persona diversa: la cosa mi ferii molto ma avevo iniziato un nuovo percorso di ricostruzione e non sarebbe di certo stata una notizia dal passato a fermarmi!
Col tempo, cominciai anche a frequentare altre donne. Ero sorpreso e lusingato dal successo che avevo nel mondo del dating, qualcosa che non mi aspettavo dopo anni di relazione stabile. All'inizio, queste relazioni erano brevi, intense, quasi di passaggio. Ogni storia durava qualche mese, ma ogni volta imparavo qualcosa di nuovo su me stesso e su ciò che cercavo in una compagna.

Ma come spesso accade, dopo un paio d’anni mi stancai di queste relazioni "usa e getta". Volevo qualcosa di più, qualcosa di più profondo. E così, lentamente, iniziai a cercare connessioni che andassero oltre la superficie, cercando persone con cui potessi condividere interessi, pensieri e una visione più simile della vita.

Oggi, guardandomi indietro, mi rendo conto di essere rinato. Sono una persona diversa rispetto a quella che ero durante il matrimonio con Maria. Ho imparato tanto su me stesso, su cosa voglio e cosa non sono disposto a tollerare in una relazione. E, soprattutto, ho imparato che sto bene anche da solo. In questo momento della mia vita, sono single e non sento la pressione di dover trovare una compagna a tutti i costi. Sono sereno, felice e in pace con me stesso. Se una nuova relazione arriverà, bene, altrimenti va bene lo stesso. La mia felicità non dipende più da qualcun altro.

Quando ripenso a Maria oggi, la persona che pensavo di conoscere così bene e che si è rivelata una completa sconosciuta, faccio fatica a capire come ho fatto a rimanerci insieme. 
Mi fa ancora strano pensare a come sia cambiata, e a come la vita ci abbia portato su strade così diverse. Lei oggi è sposata con quell'uomo e hanno avuto un figlio insieme, qualcosa che con me non sembrava interessarle affatto. Mi rendo conto che, forse, abbiamo solo preso direzioni diverse, e che non c'era più spazio per noi due nella vita l’uno dell’altro.

Eppure, nonostante tutto, non porto rancore. Il divorzio è stato la fine di un capitolo, ma è stato anche l'inizio di una nuova vita per me. Una vita in cui, finalmente, sono al centro dei miei interessi e bisogni. Ho imparato a essere felice, a cercare nuove passioni, nuove avventure, e a riscoprire la libertà di essere davvero me stesso. 

E, alla fine, sono davvero convito che 

#lifeisbetterafterdivorce :D 

Woo, che storia intensa che ci ha regalato Franco!

La sua storia parte tutta rose e fiori, precipita nel baratro, per poi risalire verso l’alto. Le sue riflessioni e il suo non riconoscere più la propria moglie (o addirittura il pensare di non averlo mai fatto)! Sono aspetti che ho sentito raccontare spesso e in cui in tanti ci riconosciamo!

Mi sono segnato alcuni punti, secondo me, importanti:

  1. Il matrimonio precoce: Franco e Maria si sposano giovani, subito dopo l’università. Questo aspetto può farci pensare all’importanza di conoscere bene se stessi prima di impegnarsi in una relazione a lungo termine.
  2. Nella vita di può cambiare: Le persone cambiano nel tempo, a maggior ragione rispetto a quando sono giovani. Una relazione è un viaggio insieme: partite insieme, ma ognuno il proprio ritmo e a volte, purtroppo, si pùò finire a trovarsi in strade diverse. Forse Maria e Franco non sapevano ancora chi erano veramente.
  3. Segnali d’allarme ignorati: Franco scrive “Attribuivo questo al suo carattere introverso, senza mai domandarmi se ci fosse qualcos’altro sotto.” Capita anche a noi di ignorare/non comprendere i segnali di allarme in una relazione? Ne abbiamo parlato nell’articolo Navigare nelle tempeste coniugali: lezioni dal Love Lab di Gottman
  4. Le fasi del distacco: la fine di una relazione attraversa diverse fasi; ne abbiamo parlato nell’articolo Quando l’amore finisce: dal distacco al divorzio
  5. Il tradimento e la doppia vita: La scoperta del tradimento è spesso un colpo durissimo per le persone. Nel caso di Franco è arrivata tardi, quando la relazione era già dichiarata conclusa, ciononostante lui stesso afferma che . Il tradimento non è una cosa così rara come talvolta si pensa: ne abbiamo parlato nell’articolo L’amore ai tempi dei tradimenti: un manuale ironico di sopravvivenza (con qualche dato statistico)
  6. La rinascita post-divorzio: Franco si reinventa attraverso lo sport, i viaggi e nuove relazioni. Perfettamente in linea con lo spirito di “Life is Better After Divorce”. Dell’importanza dello sport e di scoprire nuovi interessi abbiamo parlato nell’articolo sulla trascuratezza fisica e mentale e quello sull’importanza del metabolismo oltre i 45 anni
  7. L’importanza dell’autosufficienza emotiva: Franco impara a stare bene con sé stesso. Questo tema è cruciale e lo abbiamo esplorato in Si può essere felici dopo il divorzio?

Lezioni chiave:

  1. Il matrimonio non è una garanzia di felicità eterna. È un impegno che richiede lavoro costante da entrambe le parti.
  2. Imparare a riconoscere i segnali di una relazione in crisi è fondamentale.
  3. Il tradimento fa male, ma non deve definire il resto della nostra vita.
  4. Il divorzio è un’opportunità per riscoprire sé stessi e reinventarsi.
  5. La vera felicità viene dall’interno, non dipende da un’altra persona.

Un invito alla condivisione: la tua storia conta -unisciti al dialogo

La storia di Franco, come quella di Mara prima di lui, è potente e toccante. Ma sapete cosa? La vostra storia lo è altrettanto. Sì, parlo proprio con voi che state leggendo in questo momento!

Che tu sia un uomo o una donna, che il tuo divorzio sia stato un inferno o una liberazione (o forse entrambe le cose), la tua esperienza è unica e preziosa. E potrebbe essere esattamente ciò di cui qualcun altro ha bisogno per trovare la forza di andare avanti.

Perché farlo?

  • È catartico: Mettere nero su bianco la propria esperienza può essere incredibilmente liberatorio.
  • Aiuta gli altri: La vostra storia potrebbe essere la luce in fondo al tunnel per qualcuno che sta attraversando un momento buio.
  • Crea comunità: Ogni storia condivisa rafforza il legame tra noi, creando una rete di supporto e comprensione.

Come condividere la vostra storia:

  • Inviatela tramite DM sui nostri social, oppure usando l’apposito form su lifeisbetterafterdivorce.com
  • Lunghezza consigliata: tra le 500 e le 1000 parole
  • Siate onesti, ma rispettosi
  • Se preferite rimanere anonimi, fatecelo sapere

Ricordate: qui non troverete giudizi, solo comprensione e supporto. La vostra storia, con tutte le sue sfumature, è benvenuta qui.


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