“Sigma chi? Ma non era una marca di supermercati?”
Cari divorziati, separande o aspiranti tali, oggi parliamo di una etichetta che spopola sui social: il Maschio Sigma. Pare essere la versione aggiornata e ribelle del Maschio Alfa, ma con un dettaglio in più – non gli importa affatto cosa pensano gli altri.
Potrebbe essere perfetto per chi è appena uscito da un divorzio e sta cercando di rimettere insieme i pezzi… no?
O invece, come il concetto di anima gemella, anche il sigma è più mito che realtà?
Scopriamolo insieme, con un po’ di ironia e un pizzico di serietà.
Amiche lettrici, vi vedo alzare gli occhi al cielo pensando “ancora un articolo tutto al maschile?” 🙄 Tranquille: alla fine c’è una sezione speciale sulle Donne Sigma che gratificherà anche il vostro ego! 😏
1. Alfa, Beta, Omega: La Zoologia Maschile spiegata
Prima di parlare del Maschio Sigma, dobbiamo fare un passo indietro e capire da dove arrivano queste etichette, in particolare quella del Maschio Alfa. Perché mai qualcuno ha sentito il bisogno di creare categorie per classificare gli uomini? La risposta non è così semplice, ma possiamo individuarne le radici in un misto di scienza (spesso travisata), cultura pop e necessità di semplificazione sociale.
Maschio Alfa: origini e fascino di un mito
Il concetto di “maschio alfa” nasce negli anni ’70 grazie agli studi sui lupi condotti dal biologo David Mech. Nei suoi lavori, Mech osservò che i branchi di lupi in cattività sembravano organizzarsi in gerarchie dominate da un maschio dominante, l’alfa. Questo leader era il più forte, il più astuto, e si assicurava il controllo sul gruppo e l’accesso esclusivo alle femmine.
Peccato che, anni dopo, Mech stesso abbia smentito questa teoria, sottolineando che i branchi selvatici operano più come una famiglia, con genitori che guidano il gruppo invece di una gerarchia rigida. Ma intanto, l’immagine del maschio alfa come leader dominante aveva già trovato terreno fertile nella cultura pop.
Ed è facile capire perché: il maschio alfa, incarnato da figure come Han Solo di Star Wars o Don Draper di Mad Men, è stato a lungo celebrato come un modello di successo maschile. Era un:
- Leader carismatico: Sicuro di sé, assertivo, capace di influenzare chi lo circonda.
- Protettore e uomo forte: Incarnava la figura del cavaliere affidabile, capace di prendersi cura di chi ama.
- Simbolo di status sociale: In un mondo in cui la competizione è spesso sinonimo di successo, l’alfa rappresentava il vincitore per eccellenza.
Questa immagine si è rafforzata con il tempo, alimentata da film, libri e pubblicità che dipingevano l’uomo ideale come una fusione di James Bond, un CEO di successo e un atleta olimpico. In sostanza, il maschio alfa è stato promosso come l’uomo che tutti gli altri vorrebbero essere… almeno fino a un certo punto.
La deriva del Maschio Alfa
Nell’ultima decina d’anni, il concetto di maschio alfa ha iniziato a mostrare il suo lato negativo. È stato associato a un tipo di mascolinità tossica, in cui l’essere “uomini veri” significa essere aggressivi, fisici, incapaci di mostrare emozioni e sempre in competizione con gli altri.
Questo alfa tossico:
- Disprezza qualsiasi atteggiamento intellettuale, favorendo un’immagine di sé basata su forza fisica, dominio e comportamento testosteronico.
- Vive di stereotipi: birra e alette di pollo con sport aggressivi guardati sul divano con gli amici e una virilità ostentata che rasenta il caricaturale.
- Tende a rifiutare la vulnerabilità, vedendola come una debolezza piuttosto che come una qualità umana.
E mentre scrivo queste righe, non posso fare a meno di riflettere sulla mia esperienza personale. Confesso: io ho sempre saputo di non appartenere alla categoria dei maschi Alfa. Un po’ me ne sono sempre compiaciuto – se penso alla definizione negativa che ho appena descritto – ma un po’ me ne rammarico, perché il lato originario del leader carismatico e sicuro di sé, quello che ispira e trascina gli altri, beh… non mi sarebbe dispiaciuto. Ma qui non è il momento per parlare di dosaggi tra birra, cervello, indole introversa e leadership…
Che poi… la birra… piace anche a me! 😉
2. Il Maschio Sigma: un Alfa ribelle o solo un mito?
Ed eccoci qui, al protagonista indiscusso dei post motivazionali su Instagram e dei video con musica epica su YouTube: il Maschio Sigma. Ma chi è esattamente questo misterioso individuo? E perché sembra essere diventato il supereroe preferito di tutti quelli che si sentono “troppo cool” per giocare al gioco delle gerarchie sociali?
Sigma: un Alfa in disparte
Secondo la narrativa il maschio sigma, è un tipo raro. Non lo trovi nelle feste a pavoneggiarsi come un alfa né lo vedi in modalità beta a cercare di compiacere tutti. No, il sigma è un alfa ribelle, uno che potrebbe dominare, se solo ne avesse voglia, ma sceglie di non farlo. È il lupo solitario che cammina per i fatti suoi, con un’aria di mistero e autosufficienza che farebbe invidia a Clint Eastwood nei suoi giorni migliori.
E qui, già sento le obiezioni: “Ah, ma allora il sigma è superiore all’alfa?” Calma, non corriamo troppo. Essere sigma non significa necessariamente essere migliore; significa semplicemente fregarsene di quello che gli altri pensano e vivere secondo le proprie regole.
Un esempio? È quel tipo che a una cena aziendale decide di sedersi da solo con un bicchiere di vino, ignorando la conversazione sul budget o sul calciomercato, perché lui non ha bisogno di partecipare per sentirsi incluso. È troppo impegnato a godersi la sua stessa compagnia.
3. Perché il concetto piace (soprattutto a chi è divorziato)?
Diciamolo senza troppi giri di parole: il maschio sigma è la fantasia perfetta per chi si trova a ricostruire la propria identità dopo un divorzio. Dopo anni passati a soddisfare aspettative altrui – del partner, della famiglia o della società – l’idea di una vita autonoma e indipendente diventa incredibilmente attraente. Finalmente puoi dire: “Non devo dimostrare niente a nessuno. Sono io, da solo, al comando della mia vita.”
Dopo un divorzio, liberarsi dai ruoli che ti vincolavano è una vera boccata d’aria fresca. Per esempio:
- Niente più compromessi: Puoi passare il weekend sul divano, in montagna o in viaggio senza dover giustificare le tue scelte.
- Addio ai ruoli predefiniti: Non c’è più bisogno di essere il marito perfetto, impeccabile 24 ore su 24. Sei semplicemente te stesso, con tutti i tuoi pregi e i tuoi difetti.
- Via le sciocchezze: Ti interessa davvero come piegare gli asciugamani? Ora queste questioni appartengono al passato.
Ma attenzione: questa libertà può essere un’arma a doppio taglio. La tentazione di isolarsi e rinunciare a tutto – relazioni, confronto, legami – può trasformarsi in una trappola. Non basta vivere secondo le proprie regole; è necessario bilanciare autonomia e connessioni autentiche.
Se vuoi approfondire come affrontare i primi passi dopo un divorzio e riscoprire te stesso, dai un’occhiata al nostro articolo Separazione: cosa fare nei primi 300 giorni.
Fascino e Inganni: il lato oscuro del Sigma
Per chi ha passato anni a rincorrere obiettivi imposti da altri – dal “devi sposarti” al “devi comprare casa” – questa prospettiva è liberatoria. Mi ricorda molto le riflessioni che abbiamo condiviso nell’articolo “Non sono il mio matrimonio! Crisi di identità e viaggio di riscoperta“, dove parliamo proprio di come ritrovare la propria identità oltre le etichette e le aspettative altrui.
Essere Sigma sembra fantastico: libertà, indipendenza, distacco dai giochi sociali. Ma cosa succede quando questa filosofia diventa una scusa?
- Evitare le relazioni: Dire “Non voglio legami, vivo secondo le mie regole” può sembrare figo, ma spesso nasconde la paura di soffrire di nuovo o di non essere accettati.
- Rinunciare al confronto: Non partecipare per evitare giudizi o competizioni è una scelta comprensibile, ma a lungo termine può impoverire la tua crescita personale.
- Idealizzare la solitudine: La libertà è meravigliosa, ma l’isolamento totale non lo è. Anche il lupo più solitario ha bisogno di un branco, fosse anche solo per una cena con un amico.
In altre parole, il sigma non è un superpotere, ma una scelta di vita che va bilanciata. Non si tratta di chiudersi al mondo, ma di imparare a stare bene con se stessi senza rinunciare alle connessioni significative.
4. La scienza dietro Alfa, Beta e Sigma: mito o realtà?
Ricordiamolo subito: il concetto di alfa, beta, sigma e tutte le altre lettere dell’alfabeto greco sono più un’invenzione culturale che una realtà scientifica.
Gli esseri umani non funzionano secondo gerarchie rigide come quelle osservate (male) nei lupi in cattività, e ridurre la complessità delle personalità maschili (e femminili!) a una manciata di etichette è una semplificazione che lascia il tempo che trova in quanto la vita e la psicologia umana sono più complicate. Non per niente non avete mai sentito parlare di lupi narcisisti 😜
E il Maschio Sigma?
Torniamo al maschio sigma. Se già le categorie alfa e beta vacillano dal punto di vista scientifico, il sigma è un costrutto ancora più vago. Nasce come risposta al concetto di alfa, quasi come a dire: “Non sono il tuo leader, ma non ho bisogno di esserlo per essere migliore di te.” Il sigma è l’outsider, l’indipendente, colui che vive fuori dagli schemi… o almeno così dicono.
Ma questa figura esiste davvero, o è solo un prodotto della nostra immaginazione collettiva? Perché, diciamocelo, il sigma sembra cucito su misura per i social media:
- Ha il fascino del ribelle: Ma senza la scomodità di dover lottare con gli altri.
- È indipendente: Ma in un modo che ti fa sembrare cool, non isolato e triste.
- È incredibilmente vago: Ognuno può vedervi quello che vuole.
Ci avete mai fatto caso? Nei video che parlano di sigma, non c’è mai una definizione chiara. È tutto un “il sigma non cerca approvazione” e “il sigma segue la sua strada.” Sì, ma… chi lo dice che questa strada va bene se porta solo ad abbrutirsi in una maratona di serie su Netflix da solo per tre giorni consecutivi?
Un eroe da Social o una aspirazione con problemi nascosti?
Il sigma funziona benissimo online. Ma nella vita vera, si presentano situazioni più complesse.
- La ribellione totale è raramente sostenibile: anche il lupo più solitario ha bisogno di una connessione, di un branco (fosse anche solo una cena con un amico ogni tanto).
- L’indipendenza assoluta può essere più una maschera che una realtà: dietro il rifiuto delle regole sociali potrebbe nascondersi il timore di non essere accettati.
5. Cosa possiamo comunque imparare dal concetto del maschio sigma (senza cadere negli stereotipi)
Diciamolo chiaramente: non serve indossare una t-shirt con scritto “Sono un maschio Sigma” per imparare qualcosa da questo concetto. Perché, per quanto il sigma possa essere un mito dei social, offre spunti interessanti per chi si ritrova a rimettere insieme i pezzi della propria vita dopo un divorzio. Ma attenzione, niente scorciatoie: si tratta di prendere il meglio, lasciando da parte le esagerazioni.
Autonomia Emotiva
Imparare a stare bene da soli è una delle lezioni più preziose che questo concetto ci insegna. Dopo anni di matrimonio, può essere difficile abituarsi al silenzio di una casa vuota o alla mancanza di una routine condivisa. Ma, come direbbe il nostro lupo solitario preferito, la solitudine non è una condanna, è un’opportunità.
- Cosa significa davvero? Non vuol dire chiudersi al mondo o evitare le relazioni, ma saper stare bene con se stessi, senza bisogno di conferme esterne. Tradotto: sì a una serata a leggere un libro o vedere una serie Netflix da solo, ma no all’isolamento permanente da amici, famiglia e nuove esperienze.
Focus su Se Stessi
Dopo anni passati a pensare agli altri – partner, suoceri, e magari anche al cane – arriva il momento di chiedersi: “Cosa voglio davvero io?” Il sigma ci ricorda che ogni tanto bisogna rimettersi al centro, non per egoismo, ma per ritrovare la propria identità.
- Prova quel corso di fotografia che hai sempre rimandato
- Rimettiti in forma e fai attività fisica (vedi nostro articolo Trascuratezza fisica e mentale come conseguenza della crisi di coppia)
- Oppure, semplicemente, dedica del tempo a scoprire chi sei oggi, dopo il divorzio.
Ritrovare se stessi non è una corsa, è un viaggio. E il bello è che sei tu a scegliere l’itinerario.
Vivere secondo le proprie regole
La filosofia sigma ci dice di vivere secondo le nostre regole, e qui siamo tutti d’accordo. Ma attenzione: non significa ignorare il mondo o comportarsi come se gli altri non esistessero. La libertà personale è meravigliosa, ma non viviamo in un deserto sociale.
- Stabilisci confini chiari, ma non trasformarli in muri invalicabili.
- Difendi le tue scelte, ma resta aperto al confronto con gli altri.
- Vivi per te stesso, ma non dimenticare che le relazioni autentiche – con amici, familiari o nuovi partner – sono ciò che dà sapore alla vita.
Il segreto? Essere indipendenti senza diventare isolati, perché anche il più solitario dei lupi ha bisogno di un branco ogni tanto.
6. Conclusione: tra mito e realtà
OK, facciamo il punto: il maschio sigma è come quel filtro Instagram che ti fa sembrare le donne delle dee greche – affascinante, ma non proprio realistico! 😏
Vi ricordate quando abbiamo parlato del Principe Azzurro? Ecco, il sigma è tipo suo cugino che ha scoperto i tattoo e ascolta musica indie. Entrambi belli sulla carta, ma nella vita vera… beh, sappiamo com’è andata con il Principe, no?
Se vi capita di incontrare un “maschio sigma” ricordatevi che:
- Probabilmente ha visto troppi video su YouTube
- Potrebbe avere un ego più fragile di un soufflé appena sfornato
- La vera forza sta nell’essere autentici, non nel collezionare etichette social come fossero sticker di WhatsApp
E parliamo del post-divorzio che non è un’etichetta, ma un viaggio personale: ci sono giorni in cui ti senti un vero alfa, re del mondo con tanto di corona; altri in cui fai il beta e ascolti gli amici che ti raccontano dei loro casini sentimentali; e poi quelle serate da vero omega, quando l’unica relazione che ti interessa è quella con il delivery della pizza e una birra ghiacciata. Ed è tutto perfettamente normale!
E voi, care lettrici, avete mai incontrato uno di questi misteriosi lupi solitari dei social? Raccontateci tutto nei commenti – ho già preparato i popcorn, ma per una chiacchierata del genere ci vuole una bella birra LIBAD ghiacciata! (se non le avete ancora provate, date un’occhiata al nostro shop – perché le storie migliori si raccontano sempre davanti a una buona birra artigianale 😉)
Non dimenticate che il blog è il vostro spazio sicuro per condividere storie di divorzio e rinascita. Perché alla fine, che siate alpha, beta o sigma… l’importante è essere autenticamente VOI! ✨
P.S. Lo so che state morendo dalla curiosità di sapere delle Donne Sigma…
P.P.S. Ma davvero il Maschio Alfa non si applica nemmeno al mondo animale ? Ne avevo letto anche per altri animali non solo per i lupi…