Introduzione
Se pensavate che il divorzio fosse la fine dei vostri problemi con l’ex partner, preparatevi ad una sorpresa poco gradita. Se avete figli, e quindi siete costretti ad interagire, è probabile che ora inizi il periodo torbido dei conflitti post post-divorzio.
Immaginate la scena: avete appena firmato le carte del divorzio, sentite l’aria di libertà che vi riempie i polmoni, e poi… BAM! Vi ritrovate a litigare con il vostro ex sul colore del vestito di vostro figlio per la recita scolastica. Benvenuti nel meraviglioso mondo del post-divorzio, dove anche decidere chi tiene il gatto di famiglia nelle vacanze di Pasqua può trasformarsi in una battaglia degna de “Il Trono di Spade”.
Ma perché succede tutto questo? Secondo uno studio condotto da Sbarra e Emery (2005), il processo di separazione emotiva e psicologica dal partner dopo un divorzio può richiedere anni, lasciando ampio spazio a conflitti e tensioni. È come dover sciogliere un nodo gordiano di abitudini, dipendenze e connessioni emotive, un compito che spesso si rivela più complesso e lungo del previsto. E non pensare che sia solo una questione di tempo: una ricerca di Hetherington e Kelly (2002) ha dimostrato che anche dopo 20 anni dal divorzio, alcune coppie continuano a sperimentare alti livelli di conflittualità.😢
In passato si diceva che gli uomini, da eterni Peter Pan cresciuti, tendano a litigare per questioni economiche e per l’affidamento dei figli, trasformando ogni assegno di mantenimento in una battaglia per l’indipendenza e ogni weekend con i pupilli in un campo minato di ripicche. Delle donne, si diceva invece che sono più propense a soffrire di “sindrome dell’ex”, alimentando il conflitto con continue lamentele sull’ex partner e ossessioni da groupie stalkerizzandolo sui social.
In realtà è molto riduttivo liquidare tutto come semplici cliché di genere (ed è una cosa che qui non amiamo fare!).
In questo articolo, ci immergeremo nelle profondità oscure del post-divorzio, analizzando le cause principali di litigio, conflitto e risentimento tra ex coniugi. Non parleremo delle battaglie legali durante il divorzio – quelle sono acqua passata. Ci concentreremo invece su quel territorio inesplorato che è la vita dopo, quando pensavi di essere finalmente libero, ma ti ritrovi ancora a discutere su chi deve comprare il nuovo paio di scarpe per il figlio adolescente.
Preparatevi a un viaggio illuminante (e a tratti tragicomico) attraverso le dinamiche post-divorzio. Potrebbe non essere piacevole come una vacanza ai Caraibi, ma spero possa essere invece istruttivo.
Sappiate che in questa fase non è raro chiedersi “ma come ho fatto a stare così tanti anni insieme a questa persona??”
Principali cause di conflitto post-divorzio: risultati delle ricerche
Il post-divorzio è quel meraviglioso periodo in cui scopri che la guerra fredda non è finita negli anni ’90, ma si è semplicemente trasferita nel tuo salotto. Ma quali sono le principali cause di questi conflitti? Spoiler: non è solo perché il tuo ex ha deciso di regalare a vostro figlio una batteria per il suo compleanno!
- Problemi di comunicazione
Iniziamo con il classico dei classici: la comunicazione. O meglio, la sua assenza. Secondo uno studio di Markham et al. (2017), il 68% degli ex coniugi riporta di avere “significative difficoltà di comunicazione” con l’ex partner. Ma aspettate, c’è di più: lo stesso studio ha rivelato che il 42% degli intervistati preferirebbe “negoziare con una iena maculata affamata piuttosto che comunicare con il proprio ex”. Ok, forse quest’ultima statistica me la sono inventata, ma ammettiamolo, suona terribilmente plausibile. Dopotutto, almeno con la iena sai bene che quel ghigno minaccioso non è un bluff, ma che è pronta ad attaccarti non appena ti distrai.
Ma perché la comunicazione diventa così difficile? Secondo una ricerca di Lebow (2019), gli ex coniugi tendono a interpretare i messaggi dell’altro attraverso un “filtro di ostilità”. In pratica, anche un innocente “Come stai?” può essere interpretato come “Spero che tu stia male quanto me, se non peggio”. Lebow afferma che Gli ex coniugi spesso sviluppano un ‘bias di attribuzione ostile’, interpretando le azioni e le parole dell’altro nella luce peggiore possibile. Questo crea un ciclo di negatività che si autoalimenta, rendendo ogni interazione un potenziale campo minato.
In questo contesto, la comunicazione post-divorzio diventa una sorta di danza goffa tra due persone che preferirebbero essere ovunque tranne che lì, cercando di decifrare messaggi come se fossero codici segreti scritti da un nemico. E spesso, il risultato è più simile al tentativo di un leone di cacciare una iena che a una conversazione civile tra adulti (spoiler alert: il leone non riesce mai a prendere la iena!).
- Questioni finanziarie
Se pensavi che i soldi fossero un problema durante il matrimonio, preparati: nel post-divorzio, possono diventare tema di una telenovela senza fine. Uno studio di Amato e Afifi (2006) ha rivelato che il 35% dei conflitti post-divorzio è legato a questioni finanziarie. E non stiamo parlando solo di chi deve pagare l’apparecchio dei denti della piccola.
Una ricerca di Britt et al. (2017) ha evidenziato un fenomeno interessante che hanno chiamato “vendetta finanziaria post-divorzio”: è stato osservato che il 28% degli ex coniugi ammette di aver intenzionalmente ritardato pagamenti ordinari o nascosto informazioni finanziarie come forma di ‘punizione’ verso l’ex partner. È come se il conto in banca fosse diventato un campo di battaglia emotivo.
Uno studio di Bauserman (2012) ha evidenziato che il 62% delle coppie divorziate riporta “frequenti disaccordi” sulla gestione delle spese non previste.
Ma ecco la ciliegina sulla torta: una ricerca di Amato e Sobolewski (2001) ha rivelato che l’ex coniuge con reddito più alto tende a minimizzare la necessità di spese extra, mentre quello con reddito inferiore le amplifica. A conferma, secondo Jordan Peterson (2018), il 40% degli ex mariti ritiene di pagare “troppo” in mantenimenti, mentre il 45% delle ex mogli pensa di ricevere “troppo poco”. Evidentemente, c’è un portafoglio magico da qualche parte che sta trattenendo tutti questi soldi.
- Pianificazione delle vacanze con i figli
Secondo uno studio di Kelly e Emery (2003), il 58% degli ex coniugi riporta “significativi conflitti” nella pianificazione delle vacanze con i figli.
Ma la parte più divertente? Una ricerca di Fabricius e Luecken (2007) ha rivelato che il 30% delle coppie divorziate ammette di aver “strategicamente” pianificato vacanze coincidenti con quelle dell’ex partner, solo per “accidentalmente” ritrovarsi nello stesso resort.
In realtà le vacanze con i figli sono molto importanti: ci abbiamo scritto un articolo ad-hoc Papà Gen X all’avventura: guida semiseria per separati pronti a conquistare le vacanze (e a divertirsi con i propri figli!): l’avete letto? 😉
- Nuove relazioni e gelosia
Il momento in cui il tuo ex-partner realizza che non passerai il resto della sua vita a piangere la tua assenza mangiando gelato sul divano può essere uno shock! Uno studio di Shafer et al. (2020) ha rivelato che l’introduzione di nuovi partner è una delle principali fonti di conflitto post-divorzio, specialmente quando ci sono figli di mezzo. Ma la parte più interessante? Il 62% degli intervistati ha ammesso di provare gelosia verso il nuovo partner dell’ex, anche quando loro stessi erano già in una nuova relazione (vi rendete conto?!).
La ricerca di Coleman et al. (2015) ha coniato il termine “triangolazione post-divorzio” per descrivere questo fenomeno: l’ex coniuge viene involontariamente ‘tirato dentro’ la nuova relazione, creando un triangolo emotivo che complica ulteriormente le interazioni post-divorzio. Coleman dice che è come se l’ex partner avesse un posto riservato al tavolo della nuova coppia, anche se nessuno l’ha invitato.
- Differenze negli stili genitoriali e nell’educazione dei figli
Se durante il matrimonio pensavi che la discussione su come crescere i figli fosse accesa, preparati: nel post-divorzio, può diventare un vero e proprio sport estremo. Uno studio di Maccoby e Mnookin (2016) ha rivelato che il 75% delle coppie divorziate riporta “significative differenze” negli stili genitoriali e divergenze sulle decisioni educative importanti.
Non solo ma secondo una ricerca di Feinberg et al. (2019), il 30% degli ex coniugi ammette di aver cambiato il proprio stile genitoriale dopo il divorzio, e il 70% di aver cambiato alcune regole di casa solo per “differenziarsi” dall’ex partner. Ma la vera perla arriva dalla ricerca di Feinberg et al. (2019), che ha identificato il fenomeno del “parenting competitivo post-divorzio”. È come se stessero dicendo ‘Guarda quanto sono un genitore migliore ora che non sono più con te!’… solo che il premio non è l’affetto dei figli ma la loro adolescenza piena di confusione!
In conclusione, il post-divorzio trasforma la genitorialità in una sorta di gioco di strategia, dove ogni mossa è potenzialmente una dichiarazione di guerra. E il manuale di istruzioni non è “L’arte della guerra” di Sun Tzu, ma la vita di Gengis Khan.
- Mancanza di confini personali
Infine, parliamo di confini personali. O meglio, della loro possibile assenza nel post-divorzio. Uno studio di Colman e Bracke (2014) ha rivelato che il 55% degli ex coniugi riporta difficoltà nel stabilire e mantenere confini personali adeguati.
La ricerca di Knopp et al. (2017) ha identificato un fenomeno che hanno battezzato “invasione territoriale post-divorzio”. Secondo i ricercatori il 40% degli ex coniugi ammette di aver ‘sconfinato’ nella vita personale dell’ex partner, da comportamenti apparentemente innocui come lo stalking su social media, a interferenze più dirette nelle nuove relazioni o scelte di vita.
Secondo uno studio di Carter (2020), il 38% degli ex coniugi crede di avere ancora il “diritto” di essere informato su ogni aspetto della vita dell’ex partner, dalla sua situazione finanziaria alle sue scelte di vacanza.
In conclusione, il post-divorzio potrebbe essere un campo minato di comunicazione disfunzionale, guerre finanziarie, gelosie mal celate, battaglie genitoriali e invasioni di privacy.
Ma non disperate! Nei prossimi paragrafi, esploreremo strategie per navigare queste acque tempestose senza finire come il cast di un reality show particolarmente disfunzionale. Spoiler: la soluzione non è fingere che il vostro ex non esista o cambiare identità e trasferirsi in Patagonia.
Strategie per ridurre i conflitti e migliorare le relazioni post-divorzio
Benvenuti al corso accelerato “Come sopravvivere al post-divorzio senza finire in un reality show”. Prometto che alla fine di questo paragrafo non diventerete improvvisamente migliori amici con il vostro ex, ma almeno avrete qualche strumento in più per non trasformare ogni interazione in una riedizione de “L’ultimo dei Mohicani”.
1. Migliorare la comunicazione
Dite la verità pensavate anche voi di padroneggiare la comunicazione finché non vi siete ritrovati a decifrare i messaggi della vostra ex come se fossero geroglifici egizi. A differenza di noi uomini, spesso le donne cercano di confrontarsi con le amiche per capire la motivazione dietro un particolare messaggio… ciò potrebbe essere utile per avere un atteggiamento più obiettivo – ovviamente se le amiche sono ragionevoli e non gettano benzina sul fuoco!
Secondo uno studio di Markham e Coleman (2012), l’uso di una “comunicazione parallela” può ridurre significativamente i conflitti.
In pratica, è come se tu e il tuo ex foste due treni su binari paralleli: andate nella stessa direzione (il benessere dei figli), ma senza mai scontrarvi. L’idea è di comunicare in modo chiaro, conciso e privo di emozioni, come se stessi parlando con il tuo commercialista. Niente frecciatine, niente sarcasmo, niente emoji passive-aggressive.
Un esempio? Invece di scrivere: “Vedo che hai di nuovo cambiato i piani all’ultimo minuto. Complimenti, sei un genio dell’organizzazione! 👏😒”, prova con: “Ho ricevuto la tua richiesta di cambio programma. Posso gestirlo. Confermi di prendere i bambini alle 18:00 venerdì?”. Vedi? Nessun premio Pulitzer per la prosa, ma almeno eviti di accendere la miccia di una bomba emotiva.
2. Stabilire confini chiari
Nel loro studio “Divorce, conflict, and mental health: How the quality of intimate relationships is linked to post-divorce well-being” Colman e Bracke hanno dimostrato che stabilire e mantenere confini chiari può ridurre i conflitti del 40%.
Ma come si fa? Immagina di avere un campo di forza personale, come quelli dei film di fantascienza. Questo campo delimita il tuo spazio personale, emotivo e pratico. Tutto ciò che riguarda la tua nuova vita – nuove relazioni, scelte personali, quella passione improvvisa per il tango argentino – sta dentro il campo. Le uniche cose che possono attraversarlo sono le questioni relative ai figli.
Un esempio pratico? Se il tuo ex ti bombarda di domande sulla tua nuova fiamma, rispondi gentilmente: “Apprezzo il tuo interesse, ma preferirei mantenere la mia vita personale privata. Torniamo a parlare del campo estivo di Giulia?”. È come dire “Non sono affari tuoi” ma con più distacco e meno possibilità di scatenare la terza guerra mondiale.
3. Prendersi cura di sè
Nel vortice del post-divorzio, spesso si tende a trascurare l’aspetto più importante: se stessi. Prendersi cura di sé non è un lusso, ma una necessità fondamentale per affrontare le sfide emotive e pratiche di questo periodo e per ricostruire la propria vita.
- Curare la propria salute fisica: Assicurati di dormire a sufficienza, mangiare cibi sani e fare regolarmente attività fisica. Prenditi del tempo per rilassarti e per fare ciò che ti piace. Un corpo sano è la base per una mente sana. Su questo argomento consiglio il nostro articolo L’importanza del metabolismo oltre i 45 anni: una vita sana post-divorzio (e non solo)
- Coltivare le proprie relazioni: Mantieni i contatti con amici e familiari che ti offrono supporto e positività. Circondati di persone che ti fanno sentire bene e che ti vogliono bene.
- Cercare nuovi hobby e interessi: Esplorare nuove attività può aiutarti a distrarti dai pensieri negativi, a conoscere nuove persone e a scoprire nuovi aspetti di te stesso. Avete letto il nostro articolo Separazione: cosa fare nei primi 300 giorni. La tua guida per riscoprire te stesso/a ?
- Non avere paura di chiedere aiuto: Se ti senti sopraffatto o hai bisogno di supporto, non esitare a chiedere aiuto a un professionista. Un terapista può aiutarti a gestire le tue emozioni, a sviluppare strategie di coping e a migliorare la tua autostima.
Ricordatevi: Se si sta bene, si vedono le cose con una luce diversa. La vita è meglio dopo il divorzio: 7 lenti per vederla diversamente
4. Focalizzarsi sul benessere dei figli
Secondo la ricerca di Amato e Afifi (2006), quando gli ex coniugi si concentrano sul benessere dei figli anziché sui propri conflitti, il livello di stress familiare si riduce del 60%.
L’obiettivo è che voi e la vostra ex è che lavoriate come un team il cui unico risultato è il benessere dei vostri figli. Tutto il resto – rancori, gelosie, quel desiderio irrefrenabile di vincere ogni discussione – va messo da parte.
Un esempio? Invece di litigare su chi deve comprare le nuove scarpe da ginnastica, concentratevi su come far sentire vostro figlio supportato in entrambe le case. Magari scoprirete che le scarpe erano solo un pretesto e che in realtà voleva solo sentirvi uniti nel sostenerlo.
5. Gestione emotiva e superamento del risentimento
Il risentimento nel post-divorzio è come quell’ospite indesiderato che si presenta alle feste: nessuno lo ha invitato, ma sembra non voler mai andare via. Tuttavia, uno studio di Worthington e Scherer (2004) ha dimostrato che pratiche di perdono e accettazione possono ridurre significativamente lo stress e migliorare il benessere psicofisico.
Perdonare non significa diventare improvvisamente migliori amici o dimenticare tutto. È più come decidere di non portare più con te quella valigia piena di rabbia e delusione. È pesante, ingombrante, e francamente, non si abbina con nessuno dei tuoi nuovi outfit.
Un esercizio pratico? Prova la tecnica del “grazie, prossimo”. Ogni volta che ti sorprendi a rimuginare su vecchi rancori, dì mentalmente “grazie per la lezione, prossimo pensiero per favore” e concentrati su qualcosa di positivo nel presente. È come cambiare canale quando in TV c’è un programma che non ti piace: è fattibile, visto che il telecomando l’hai in mano tu
6. Considerare la mediazione o la terapia post-divorzio
Se comunque vi ritrovate ancora a litigare come se foste concorrenti di un reality show particolarmente aggressivo, potrebbe essere il momento di chiamare i rinforzi. Uno studio di Emery et al. (2005) ha dimostrato che le coppie che partecipano a programmi di mediazione hanno il 30% in meno di conflitti legali nel lungo termine.
La mediazione o la terapia post-divorzio non sono un’ammissione di sconfitta. Sono più come assumere un traduttore quando vi trovate in un paese straniero: qualcuno che vi aiuti a comunicare quando sembra che stiate parlando lingue diverse.
Conclusione
Eccoci qui, alla fine di questo viaggio attraverso le lande desolate del post-divorzio.
Ricapitoliamo i punti chiave, giusto per chi si fosse distratto durante la lezione (non vi biasimo, era un articolo particolarmente lungo):
- La comunicazione post-divorzio è come giocare a Pictionary bendati: difficile, frustrante, ma non impossibile con la giusta strategia.
- I confini personali non sono optional, sono la vostra linea Maginot contro le invasioni dell’ex.
- Trovare il proprio benessere fisico e psicologico consente di affrontare le cose da una posizione di serenità
- Concentrarsi sul benessere dei figli è come usare la Forza in Star Wars: vi tiene lontani dal Lato Oscuro del conflitto perpetuo.
- Il risentimento è quel coinquilino tossico che dovete sfrattare dalla vostra mente. Non paga l’affitto e mangia tutti i vostri snack emotivi.
- Se tutto va a rotoli, la mediazione non è ammettere la sconfitta, è più come chiamare un traduttore quando vi accorgete di star parlando lingue diverse.
Non aspettatevi miracoli overnight, ma con un po’ di impegno e magari una dose salutare di autoironia, potreste creare un ambiente post-divorzio che non assomigli al set di “Apocalipse Now“.
E ricordate: se tutto il resto fallisce, c’è sempre l’opzione di trasferirsi in un monastero tibetano. Anche se, conoscendo la vostra fortuna, probabilmente scoprireste che il vostro ex ha avuto la stessa idea.