Quando a menare è la nonna

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Perché la violenza sugli uomini non fa notizia (ma dovrebbe)

Cari lettori, un breve commento su una notizia che ha dell’incredibile. ma anche dell’amaro.

A Viterbo, una signora è finita a processo per aver minacciato e maltrattato l’ex marito, oggi ottantenne, con bastoni, urla, pressioni psicologiche e chiudendolo in bagno costringendolo a smontare la maniglia per uscire. Lo avrebbe costretto a firmare bonifici, e a subire le peggiori angherie. E no, non è la sceneggiatura di un noir di provincia: è successo davvero e fa male anche solo a leggerlo.

“Lei aveva un amico… un amante che la chiamava di notte e all’alba. Diceva che era meglio di me.
E se provavo a replicare? Erano insulti e botte. Mi sputava in faccia, mi dava del bastardo, del delinquente.
Ero sfinito.”

“Un inferno. Non facevamo altro che litigare. Anche quel giorno – era il 4 agosto 2018 – mi ha chiuso fuori dal bagno. Ho dovuto smontare la maniglia. E anche quel giorno mi ha aggredito.”

Queste parole non arrivano da un romanzo o da un film drammatico. Sono il racconto vero di un uomo che ha vissuto per anni una separazione forzata sotto lo stesso tetto, con una donna che lo insultava, lo minacciava, lo umiliava. Ogni giorno. Per anni.

La notizia è girata poco. E quando l’ha fatto, molti l’hanno letta con un sorriso storto. Perché? Perché quando la vittima è un uomo, soprattutto se anziano, sembra tutto meno credibile. O peggio: comico.

Ma l’abuso non è mai ridicolo.

Potrebbe essere una delle vostre storie. Sì, proprio così. Perché spesso riceviamo lettere e racconti di chi ha vissuto un matrimonio tossico, pieno di rabbia, freddezza, manipolazione.
Ma questa è una delle storie più dure che abbiamo letto.
E se oggi ne parliamo è perché crediamo che anche il dolore degli uomini meriti spazio, ascolto, riconoscimento.

Viviamo in un mondo in cui (giustamente) si parla molto di violenza sulle donne. Ma la violenza sugli uomini resta un tabù culturale, un punto cieco nella nostra narrazione sociale.

Sia chiaro: i numeri ci dicono che le donne subiscono violenza domestica in percentuali molto più alte, e questa è – e resta – un’emergenza sociale prioritaria.
Ma riconoscere questa realtà non dovrebbe impedirci di vedere anche le altre vittime.
Anche se statisticamente meno numerose, esistono, soffrono e spesso restano inascoltate.

Se un uomo denuncia maltrattamenti psicologici, pressioni economiche, manipolazioni o aggressioni fisiche, spesso si sente dire:

  • “Ma dai, sei un uomo!”
  • “E non sei capace di difenderti da tua moglie?”
  • “Sei tu quello forte, no?”

(se non l’avete ancora fatto, vi invitiamo a leggere il nostro articolo Maschi che piangono poco.)

No. Non è così… non sempre.
La violenza non è solo un fatto fisico. È soprattutto un abuso di potere, di fiducia e di vicinanza. E può colpire chiunque. Anche chi pesa 90 chili. Anche chi ha fatto il militare. Anche un padre, un marito, un ottantenne con stampelle da deambulazione.

E no, non troverete molti dati ufficiali su casi come questo.

L’ISTAT, ad esempio, raccoglie con cura i dati sulle violenze subite dalle donne da partner ed ex, ma non monitora in modo sistematico quelle subite dagli uomini.
Certo, qualcuno dirà che questo sbilanciamento è dovuto a “secoli di patriarcato”, e che i dati servono a colmare un’asimmetria storica.

Ma qui non si tratta di riscrivere la Storia: si tratta di ascoltare chi oggi soffre.

E a forza di brandire la parola patriarcato come fosse una bacchetta magica – utile a spiegare tutto, ma anche a giustificare tutto – ci dimentichiamo che le botte, le minacce e le umiliazioni non hanno sempre lo stesso mittente.

Forse, sarebbe il caso di smettere di scegliere le vittime in base al genere, e iniziare a schierarsi contro la violenza. Punto.

LIBAD non è qui per difendere “gli uomini”.

Siamo qui per chi vuole smettere di soffrire. Per chi cerca il coraggio di uscire da una relazione tossica, anche a ottant’anni.
E sì, anche per ricordare che certe storie non fanno meno male solo perché fanno meno notizia.


📦 Cosa ci portiamo a casa

  • La violenza non ha un solo volto.
  • Anche gli uomini possono essere vittime: fisicamente, psicologicamente, economicamente.
  • Il silenzio maschile è spesso alimentato da vergogna, paura e ridicolo sociale.
  • I dati ufficiali ignorano queste storie, ma noi no.
  • La bella notizia? Oggi quest’uomo è divorziato. Vive sereno. E ha finalmente ritrovato un po’ di pace.


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