Il potere della musica: la playlist giusta per ricominciare dopo il divorzio
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Cuore infranto? Lacrime che scendono come cascate? La separazione o il divorzio ti hanno lasciato a pezzi?
Non disperare, caro lettore! C’è una cura potente e universale che può aiutarti a rimettere insieme i cocci del tuo cuore: la musica!
Sì, proprio quella musica che ti faceva ballare da ragazzino, che ti ha fatto sognare con gli occhi aperti e che ti ha accompagnato nei momenti più intensi della tua vita. La musica non è solo un insieme di note e melodie, è un potente strumento che agisce sul nostro cervello e sulle nostre emozioni.
Lo sapevi che la musica può:
Rilassare il corpo e la mente, abbassando il livello di cortisolo, l’ormone dello stress?
Stimolare la produzione di endorfine, le nostre “molecole della felicità”?
Evocare ricordi ed emozioni, riportandoci indietro nel tempo e facendoci rivivere momenti felici?
Aiutarci a superare traumi e dolori, permettendoci di elaborare le nostre emozioni in modo sano?
Anni di ricerche scientifiche hanno dimostrato come la musica abbia un impatto diretto sul nostro cervello, attivando diverse aree coinvolte nella regolazione delle emozioni, nella memoria e nel piacere.
Ecco alcuni studi che lo dimostrano:
Uno studio del 2014 pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience” ha scoperto che l’ascolto di musica emozionante attiva l’amigdala, un’area del cervello responsabile dell’elaborazione delle emozioni. Lo studio ha inoltre rilevato che la musica può aumentare il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla ricompensa.
Un’altra ricerca del 2017, pubblicata sulla rivista “PLOS One”, ha dimostrato che l’ascolto di musica può attivare l’ippocampo, un’area del cervello coinvolta nella memoria. Lo studio ha rilevato che la musica può migliorare la memoria episodica, ovvero la capacità di ricordare eventi specifici.
Uno studio del 2019, pubblicato sulla rivista “Frontiers in Psychology”, ha scoperto che la musica può ridurre lo stress e l’ansia. Lo studio ha rilevato che l’ascolto di musica rilassante può abbassare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna, e può aumentare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.
Musica come Terapia:
L’impiego della musica come terapia risale a tempi antichi, ma è solo nell’ultimo secolo che la musicoterapia è stata formalizzata come una disciplina clinica. Ricerche nel campo della musicoterapia hanno dimostrato che essa può diminuire l’ansia, alleviare il dolore, migliorare l’umore e promuovere la guarigione psicologica. Un articolo fondamentale di Thaut et al. (2009) ha rilevato che la musicoterapia può migliorare significativamente la salute mentale delle persone che hanno subito traumi personali come appunto il divorzio. Queste terapie non solo aiutano a gestire lo stress emotivo, ma possono anche fornire un senso di controllo e autonomia, elementi cruciali nel periodo di recupero.
1. Eminem: dal ghetto al successo, la musica come antidepressivo (e non solo!)
Dici Eminem e pensi subito a rabbia, violenza, imprecazioni? Beh, caro lettore, non solo! Dietro al rapper più controverso e chiacchierato degli anni ’90 e 2000 si nasconde una storia di riscatto sociale e successo personale che ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo.
Nato a Detroit in un contesto tutt’altro che roseo: famiglia disfunzionale, quartiere malfamato, bullismo… insomma, non proprio l’ideale per crescere con un sorriso sulle labbra. Eppure, Eminem ha trovato la sua valvola di sfogo, la sua via di fuga dalla realtà difficile che lo circondava: la musica.
Le sue rime taglienti e provocatorie, la sua rabbia trasformata in arte, il suo flow unico e irriverente lo hanno portato dalla periferia di Detroit al tetto del mondo. Non è stato un percorso facile, anzi, è stato pieno di ostacoli, critiche e attacchi. Ma Eminem non si è mai arreso, anzi, ha usato la musica come un’arma per combattere i suoi demoni e per raccontare la sua storia al mondo.
La sua musica non è solo intrattenimento, è terapia. Eminem ha più volte dichiarato che scrivere e cantare lo ha aiutato a superare i momenti più bui della sua vita, a confrontarsi con i suoi traumi e a dare voce alle sue emozioni più profonde.
Certo, i suoi testi non sono per tutti i gusti. Anzi, spesso sono offensivi, violenti e irrispettosi. Ma dietro la sua rabbia e la sua volgarità si nasconde un’anima sensibile e ferita, un uomo che ha sofferto e che ha trovato nella musica la sua forza e la sua redenzione.
Quindi, la prossima volta che ascoltate una sua canzone, non fermatevi alle prime apparenze. Andate oltre le parole e provate a cogliere il messaggio che c’è dietro. Potreste scoprire una storia di riscatto e di speranza che vi potrebbe tocchare il cuore.
E chi se ne frega se non è politically correct? La musica di Eminem è cruda, vera e senza filtri, proprio come la vita.
2. Elton John: l’addio a una regina e la rinascita di un Re del Pop
Chi non conosce Sir Elton John? Un vero e proprio vulcano di musica, talento e… eccessi! La sua vita è stata un vortice di successi travolgenti, amori passionali e dipendenze distruttive. Ma tra le note di pianoforte e i testi struggenti, c’è anche la storia di un uomo che ha saputo trasformare il dolore in arte e la sofferenza in rinascita.
l 31 agosto 1997 Lady Diana muore a a 36 anni sotto il tunnel del Pont de l’Alma a Parigi, insieme con il suo compagno Dodi Al-Fayed. La notizia scuote profondamente Elton John, che era molto amico di Diana. La sua morte, unita a quella avvenuta poche settimane prima di Gianni Versace, anche lui un suo buon amico, provoca nel cantante una profonda depressione. Addirittura in un primo momento pensa di non recarsi al funerale di Diana, per lo shock subito. In seguito cambia idea, grazie anche al sostegno di alcuni amici, e decide di dare un proprio contributo alla memoria della Principessa, su espressa richiesta della famiglia di Diana.
Contatta quindi Bernie Taupin, ma i due non si capiscono: Elton chiede a Bernie di scrivere un testo sulla falsariga di quello di “Candle in the Wind”, ma Taupin capisce invece che l’amico gli sta chiedendo di riscrivere il testo proprio di quel brano per la circostanza.
Elton esegue la canzone al funerale della principessa Diana il 6 settembre 1997 all’Abbazia di Westminster, col testo in parte riscritto, in particolare la prima riga cambiata da “Goodbye Norma Jeane” a “Goodbye England’s Rose”. Con circa 40 milioni di copie vendute si stima che sia il secondo singolo più venduto della storia. Dopo aver eseguito la canzone al funerale di Diana, Elton non la canterà mai più con quel testo, e una volta uscita dalle classifiche, anche la maggior parte delle stazioni radio è tornata a trasmettere la versione originale
3. Adele: la regina delle lacrime e la voce di una generazione
Chiamata la “regina delle lacrime” per la sua capacità di esprimere emozioni profonde attraverso la sua voce potente, Adele è la cantautrice che ha dato voce al dolore di un’intera generazione. Il suo album “21”, un capolavoro di struggente malinconia, ha raccontato la fine di una relazione importante, i rimpianti, le delusioni e la voglia di ricominciare.
“Someone Like You” è forse la canzone più iconica dell’album, una ballata straziante che ha toccato il cuore di milioni di persone che si sono ritrovate nei versi di Adele. La sua musica è diventata un rifugio per chi ha vissuto un amore perduto, un conforto per chi si sente solo e fragile.
Adele non ha mai nascosto le sue fragilità. Anzi, le ha messe a nudo nelle sue canzoni, trasformandole in punti di forza e in connessioni profonde con il suo pubblico. La sua musica è un inno all’autenticità, un invito ad accettare le proprie emozioni e a non aver paura di mostrarle al mondo.
4. Stevie Wonder: un faro di speranza nella notte
Nato cieco, Stevie Wonder ha trasformato il suo handicap in un dono straordinario. La sua musica, un vortice di soul, funk e jazz, è un inno alla vita, all’amore e alla speranza. Stevie ha affrontato con coraggio e determinazione le difficoltà della sua condizione, diventando un simbolo di resilienza e di ispirazione per milioni di persone.
Le sue canzoni, come “Superstition”, “Isn’t she lovely” e “I just call to say I love you”, sono diventate classici senza tempo che continuano ad emozionare e ispirare il pubblico di tutto il mondo.
Anche se Stevie Wonder non ha scritto “Imagine”, la sua cover del brano durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi estive del 1996 ad Atlanta è ricordata come momento indimenticabile. La sua interpretazione potente e commovente ha contribuito a diffondere ulteriormente il messaggio di pace della canzone
Eminem, Elton John, Adele e Stevie Wonder: quattro artisti, quattro storie diverse, un unico filo conduttore: la musica come forza di rinascita e di guarigione. La loro arte ci insegna che la musica può essere un rifugio nei momenti bui, una spinta per superare le difficoltà e una luce per illuminare il nostro cammino.
Musica come strumento di emancipazione e guarigione
Il Blues e il Jazz, due generi musicali profondamente radicati nella cultura afroamericana, hanno svolto un ruolo cruciale nell’emancipazione e nella guarigione delle anime durante periodi di discriminazione e ingiustizia.
Il Blues ha origine nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti durante il periodo della tratta atlantica degli schiavi. Inizialmente, era una forma collettiva di espressione utilizzata principalmente per scopi lavorativi, come i canti nei campi di cotone.
Durante la Grande Migrazione, che coinvolse sei milioni di persone nere dal Sud al Nord degli Stati Uniti nel periodo della Ricostruzione, il Blues si evolse. Passò dalla sua forma collettiva a una musica solistica eseguita sul palco nelle aree urbane del Nord industriale.
Il Blues rappresentava le esperienze di vita, la sofferenza e la speranza della comunità nera. Le sue note lamentose e le parole profonde riflettevano la lotta contro l’oppressione e la ricerca di libertà.
Il Jazz:
Il Jazz, nato intorno agli anni ’20 durante il Rinascimento di Harlem, fu un ulteriore sviluppo del Blues. Incorporò elementi di improvvisazione, ritmo e armonia.
Artisti come Louis Armstrong, Duke Ellington e Billie Holiday portarono il Jazz alla ribalta. Questo genere musicale divenne un simbolo di orgoglio e identità per la comunità nera.
La musica, sia il Blues che il Jazz, agiva come un strumento di guarigione dell’anima. Le note e le melodie toccavano profondamente le emozioni delle persone.
Anche chi ascoltava la musica poteva beneficiare di questa guarigione. Le canzoni offrivano conforto, ispirazione e un senso di appartenenza.
Nel mondo in cui la discriminazione era diffusa, la musica rappresentava un rifugio, un modo per prendersi cura di sé stessi e per coltivare emozioni positive.
Creare una playlist personalizzata che rispecchia il tuo viaggio emotivo può essere un potente strumento di auto-cura. Inizia selezionando canzoni che hai associato a momenti felici e significativi della tua vita pre-matrimoniale. Questo ti aiuterà a riconnetterti con parti di te stesso che potresti aver trascurato o dimenticato.
Io ad esempio all’inizio sono andato a riprendere canzoni che sentivo all’università: il periodo tra i 20 e i 28 anni è quello in cui spesso ci si sente invincibili ed in grado di conquistare il mondo
Aggiungi poi brani che evocano forza, speranza e indipendenza. Le ricerche suggeriscono che la musica con un tempo veloce e in tonalità maggiore tende a essere percepita come più allegra e energica. Oliver Sacks nel suo libro “Musicophilia” (2007) ha discusso come la musica non solo possa migliorare l’umore, ma anche come possa servire come un ancoraggio emotivo, rafforzando la nostra identità e la nostra resilienza. Quando costruisci la tua playlist, considera di includere una varietà di generi che riflettono diversi aspetti della tua personalità e stati d’animo, offrendo così un ricco paesaggio sonoro per il tuo percorso di guarigione.
Ricorda che la musica è un’esperienza personale. Non esiste una playlist giusta per tutti. Ascolta diverse opzioni e trova quelle che ti fanno stare bene e ti aiutano a superare i momenti difficili.
Ascolto Attivo: Dedica del tempo per ascoltare attentamente la musica. Scegli brani che evocano emozioni positive e che ti fanno sentire bene. La musica può agire come una sorta di terapia, aiutandoti a rilassarti e a concentrarti sul momento presente.
Composizione musicale: Se sei interessato, prova a creare la tua musica. Non è necessario essere un musicista esperto. Anche cantare sotto la doccia o suonare un semplice strumento può essere terapeutico. Esprimi le tue emozioni attraverso la musica.
Playlist differenti: Crea playlist personalizzate per diverse situazioni. Ad esempio, una playlist per quando hai bisogno di energia, una per momenti di riflessione e una per rilassarti. Ascolta queste playlist quando ne hai bisogno.
Partecipazione a Eventi Musicali: Partecipa a concerti, festival o spettacoli musicali. L’energia di una folla e la condivisione di esperienze musicali possono essere estremamente gratificanti.
Condivisione con altri: Parla con gli amici o partecipa a gruppi di discussione online sulla tua musica preferita. Scambiare opinioni e scoprire nuovi artisti può arricchire la tua esperienza musicale.
Riflessione e Scrittura: Scrivi di come la musica ti fa sentire. Tieni un diario delle tue esperienze musicali e rifletti su come la musica influisca sul tuo stato emotivo.