Ah, il divorzio! Quel meraviglioso evento che, secondo i social, trasforma la vita di una persona in un episodio di una soap opera. Ma non temete, cari divorziati, perché c’è una soluzione a tutti i vostri problemi: adottare un animale domestico e sostituire il vostro ex con un adorabile cucciolo. Sì, avete capito bene, diventare una “gattara” (o un dog-dad per non fare torti a nessuno) è la risposta a tutte le vostre preghiere.
Immaginate la scena: voi, seduti sul divano, avvolti in una coperta di lana, con un gatto che vi guarda con quegli occhi giudicanti. Non c’è niente di meglio per riempire quel vuoto lasciato dal vostro ex partner. E non preoccupatevi, perché il vostro gatto non vi tradirà mai (a meno che non trovi un posto più caldo dove dormire!).
La scienza dietro l’amore per gli animali
Ma cosa dice la scienza di tutto questo? Beh, secondo alcuni studi psicologici, le persone che si legano eccessivamente agli animali dopo un divorzio potrebbero avere qualche problemino psicologico. Ad esempio, l’Università di Padova ha evidenziato come il divorzio possa portare a una serie di effetti negativi sul benessere psicologico, tra cui l’isolamento sociale e la depressione. E quale modo migliore per combattere la solitudine se non con un gatto che vi ignora per la maggior parte del tempo?
Inoltre, secondo un altro studio, il conflitto coniugale e la separazione possono avere effetti deleteri sui figli, ma cosa importa la sorte dei figli quando si ha un cane, giusto? Dopotutto, i cani non fanno domande imbarazzanti e non hanno bisogno di terapia.
Torniamo seri (almeno in parte) e definiamo il contesto. Dopo una separazione o un divorzio traumatico, può capitare di sentirsi soli e per molti, la soluzione è proprio quella: prendere un animale! “Prenditi un cane: vuoi mettere? ti amerà incondizionatamente e inoltre con la scusa di portarli a spasso rimorchi un sacco di ragazze!” Se siete una donna probabilmente vi potrebbe essere stato suggerito di prendere un gatto che è più indipendente e meno impegnativo.
Gli animali vincono facile
Dite la verità: vi siete trovati in una situazione del genere anche voi almeno una volta, giusto? E in effetti, se volessimo fare un confronto, gli animali vincono facile sull’ex:
Cani/Gatti | Ex |
---|---|
Amore incondizionato | Amore spesso condizionato |
Lealtà incrollabile | Tradimenti e bugie |
Affetto senza riserve | Critiche e lamentele |
Gioia contagiosa | Drammi e discussioni |
Coccole a volontà | Silenzio assordante |
Fusa rilassanti | Parole ferenti |
Codine scodinzolanti | Facce imbronciate |
Ma abbiamo detto che vogliamo rimanere seri, quindi… riprendiamo il discorso. Dopo una separazione o un divorzio, la sensazione di vuoto e solitudine può diventare opprimente. È un periodo di profonda sofferenza emotiva in cui si può faticare a trovare punti di riferimento stabili. In effetti, secondo numerosi studi, avere accanto un animale domestico può rivelarsi un vero e proprio toccasana.
Una ricerca della Virginia Tech University del 2003 (Rebecca A. Johnson e Aza M. Meadows su Mental Health and Learning Disability Care) ha evidenziato che le persone appena divorziate che possiedono un cane o un gatto soffrono meno di depressione, hanno un’autostima più alta e una migliore salute fisica rispetto a chi non ha un animale con cui relazionarsi. Analoghi benefici sono stati riscontrati in anziani che avevano subito la perdita del coniuge o una separazione. Coloro che possedevano un animale domestico hanno riportato livelli significativamente più bassi di depressione e solitudine rispetto a coloro che non avevano un animale. Accarezzare il proprio amico peloso permette di rilasciare endorfine e ossitocina, gli “ormoni del buonumore” che contrastano ansia e stress.
La psicologia è concorde che prendersi cura di un’altra creatura vivente possa dare un senso di responsabilità e scopo, elementi fondamentali per ricostruire un equilibrio dopo un trauma come la fine di un matrimonio. Quando tutto il resto sembra crollare, dedicarsi all’accudimento di un cane o un gatto potrebbe diventare un’attività ricostituente e riempire il vuoto lasciato dall’ex partner. Secondo il filosofo John Grogan, “Cani e gatti non hanno alcun problema esistenziale. Non rancori, non rimpianti, non depressione. Forse è per questo che riusciamo a sentirci meglio quando siamo con loro. La loro muta gioia di vivere è semplicemente contagiosa.”
Il lato oscuro dell’amore per gli animali
Ok, fin qui abbiamo accennato a come cani e gatti possano rivelarsi ottimi antidepressivi naturali dopo un divorzio. Ma attenzione, non bisogna esagerare! Psicologi ed esperti mettono in guardia dai pericoli di un’eccessiva dipendenza emotiva da questi amici pelosi. La professoressa Sandra Barker, della Virginia Commonwealth University, ha descritto un “disturbo da investimento affettivo eccessivo verso gli animali” in una ricerca pubblicata nel 2003. La Barker ha riscontrato che alcune persone, specialmente quelle che vivono sole dopo una separazione o un lutto, possono sviluppare un legame patologico e quasi ossessivo con il proprio animale da compagnia.
Secondo la ricerca, i sintomi principali di questa condizione comprendono:
- Trattare l’animale come un figlio o partner, parlandogli costantemente come fosse una persona
- Spendere somme eccessive di denaro per viziarli con giochi, accessori, cibo gourmet
- Celebrare feste come compleanni e anniversari con torte e decorazioni
- Vestire l’animale con abiti umani e accessori
- Interagire con il pet come se fosse l’unica fonte di affetto e compagnia
- Nutrire aspettative irrealistiche che l’animale possa offrire supporto emotivo completo
La Barker spiega che questa forma di dipendenza affettiva è un meccanismo di compensazione per la solitudine, ma diventa patologica quando impedisce lo sviluppo di relazioni sociali sane. Insomma, amare e curare il proprio animale è positivo, ma quando questo amore si trasforma in un investimento totalizzante può rivelarsi un sintomo di disturbi relazionali più profondi da affrontare in altro ambito.
La verità sui cani e gatti
Secondo un sondaggio del 2021 condotto dall’American Society for the Prevention of Cruelty to Animals (ASPCA), il 23% dei proprietari di pet ha sottratto tempo ad altre attività per potersi occupare dell’animale, mentre il 19% ha ammesso di aver persino rinunciato a viaggi e vacanze per non lasciarlo solo. Una vera e propria rivoluzione delle proprie abitudini, spesso sottovalutata.
La scelta della razza è il primo passo cruciale. Uno studio del 2019 della Tufts University ha evidenziato come le razze canine differiscano enormemente in termini di necessità di esercizio fisico, stimoli mentali, tendenza ai danni domestici e persino costi di mantenimento. Mentre un piccolo bulldog francese può sembrare adatto per chi vive in appartamento, razze da pastore come i Border Collie richiedono enormi dosi di attività e possono sviluppare problemi comportamentali se non vengono impegnati a sufficienza.
Anche per i gatti è importante valutare attentamente la razza e il temperamento. Una ricerca olandese del 2017 ha rilevato che razze come il Bengala sono molto più giocherellone e iperattive rispetto ai placidi Persiani. E dimentichiamoci l’idea comune che i felini siano indipendenti: secondo la Cornell University, specie dopo un lutto o trauma, possono sviluppare veri e propri disturbi d’ansia da separazione.
Ma l’impegno non si limita solo alle caratteristiche della razza. Un’indagine britannica del 2015 ha calcolato che in media un cane di taglia media richiede 7-9 ore di impegno attivo a settimana tra passeggiate, gioco e addestramento. Una mole considerevole per chi ha già una vita frenetica tra lavoro e impegni familiari. Non da ultimo, i costi: si stima che per un cane di taglia media si spenda dai 800 ai 1.500 euro all’anno tra cibo, toilette, e accessori. Senza contare le potenziali spese veterinarie straordinarie.
Riflettiamo prima di adottare
Insomma, la vita da proprietari di animali domestici è tutt’altro che una passeggiata. Eppure, molti sottovalutano questi aspetti quando decidono di adottare un cucciolo, complice quel tenero battito di ciglia che ci fa sciogliere. Secondo un rapporto del 2021 della Società Nazionale per la Prevenzione della Crudeltà verso gli Animali, uno degli errori più comuni è proprio l’inadeguata preparazione alle difficoltà e ai cambiamenti necessari.
Oltre al lato emotivo, ci sono cifre che parlano chiaro. Secondo dati dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), in Italia ogni anno vengono abbandonati circa 100.000 cani e 50.000 gatti. Un numero impressionante, vero? E di questi, una buona percentuale sono razze come gli Amstaff e i Pitbull (per approfondire consiglio l’articolo di Kodami La disperazione di Amstaff e Pitbull nei canili raccontata da chi assiste agli abbandoni)
Ma perché? Perché le famiglie prendono un Amstaff o un Pitbull? Perché sono tenerissimi da cuccioli, sembrano piccoli peluche. E poi, c’è la moda. Vediamo celebrità con i loro cani muscolosi e pensiamo: “Anche io voglio uno così!” Immagina: un cucciolo di Pitbull o Amstaff, con quegli occhioni dolci e le zampe piccole, entra nella tua vita magari perché ti viene regalato (o perché i tuoi figli ti convincono a prenderlo). È come un batuffolo di felicità. Ma poi, il tempo passa. Il cucciolo diventa adulto, e le esigenze cambiano.
Nonostante sia stato castrato o sterilizzato, il suo temperamento richiede impegno. E così, finisce nel canile. Le foto sbiadite di questi cani, senza nome, diventano numeri su una bacheca. La situazione non è molto diversa per i gatti! Se è vero che sono più indipendenti, richiedono comunque impegno, graffiano i mobili, lasciano in giro peli, è un problema portarli in vacanza con sé o andare via per un paio di giorni… finisce che anche molti di loro vengono abbandonati.
In conclusione
Quindi da padrone di cane vi dico: pensateci bene! Un animale non è uno svago temporaneo, ma un impegno per una vita (la sua). Un arricchimento meraviglioso quando ci si rende conto di ciò a cui si va incontro, un fardello logorante quando lo si sottovaluta. La verità scomoda è che, prima di lasciarsi incantare dai dolci occhioni di un cucciolo, bisogna guardare con lucidità ai grandi occhi delle responsabilità che ne derivano.
Se siete ancora decisi a trascorrere del tempo con un animale, vi consiglio:
- Riflettete bene se state scegliendo un animale per sostituire qualcuno o per colmare un vuoto importante che andrebbe affrontato diversamente.
- Capite bene le caratteristiche della razza che vorreste prendere e verificate se sono compatibili con il vostro stile di vita (o gli adattamenti che siete disposti a introdurre).
- Cercate un educatore/cinofilo nella vostra zona che possa insegnarvi a riconoscere i bisogni e i segnali dell’animale che state considerando.
- Visitate un canile per innamorarvi di un pelosetto che aspetta solo qualcuno con cui giocare.
- Ripartite dal punto 1 almeno 3 volte!
Alla fine avete capito che lo state considerando solo per sostituire un ex e per avere una relazione stabile e appagante? Tornate tra gli umani: sappiate che prima o poi (soprattutto se vi prenderete cura di voi stessi – vedi nostro articolo Trascuratezza fisica e mentale come conseguenza della crisi di coppia: fondamentale uscire dal loop) troverete qualcuno da guardare con quello sguardo perso, e penserete nuovamente “Sì, credo proprio di amarti..” e ciò avverrà senza che vi riporti la palla o faccia le fusa!