Ultima puntata della Guida galattica al divorzio consapevole – PARTE 3

Tempo di lettura: 8 minuti

Benvenuti alla terza e ultima puntata della nostra Guida Galattica al Divorzio Consapevole 🚀

Se siete atterrati qui per caso, fermatevi un attimo. Prima di lanciarsi nella lettura è fondamentale recuperare le puntate precedenti. Fidatevi: è come guardare l’ultimo episodio di una serie Netflix senza sapere chi ha ucciso chi. Vi siete persi cose grosse: la scelta tra separazione consensuale o giudiziale, il mantenimento del coniuge, le spese straordinarie, e tutte le mine antiuomo che si nascondono tra le pieghe burocratiche (e sentimentali) del divorzio.

➡️ Parte uno – Analisi comparativa tra separazione consensuale e giudiziale, con relativi aspetti procedurali

➡️  Parte due – Approfondimento sul mantenimento del coniuge e sulle spese straordinarie

E ora che ci siamo messi in pari, via con la terza parte: parleremo del mantenimento dei figli (spoiler: 18 anni non è la fine), delle modifiche alle condizioni stabilite in sentenza, di cosa succede se l’ex si rifà una vita… e di come difendersi da chi prova a barare.

Come sempre, noi di LIBAD ci occupiamo delle domande scomode. Lo studio legale Rutigliano Trasatti, invece, si prende la briga di rispondere con precisione chirurgica. E insieme vi accompagniamo fino alla fine del percorso. Ma non del viaggio 😉

Il mantenimento dei figli: importi, cosa comprende e fino a quando è dovuto?

LIBAD:
Non voglio lasciare spazio ad equivoci: il mantenimento dei figli è sacrosanto e indipendente da quello del coniuge! Talvolta non viene disposto come ad esempio nel caso del mantenimento diretto (se ad esempio l’affido è paritetico il giudice potrebbe decidere che ogni genitore paga le spese nel periodo in cui i figli sono con lui), ma quando invece è dovuto, spesso genera dubbi e discussioni senza fine.

Quali spese rientrano nel mantenimento ordinario?

RT: Il mantenimento ordinario comprende, come suggerisce il termine stesso, quelle spese che si ripetono senza soluzione di continuità nella vita di una famiglia: vitto ed alloggio sono certamente le due macro aree di spesa più significative. Vi sono poi spese quali le utenze domestiche (abbonamenti telefono e tv), le uscite ricorrenti (ad esempio la pizza del sabato sera)

Ci vuole grande buon senso e spirito di collaborazione, altrimenti si rischia (come troppo spesso accade) di dover contattare l’avvocato con cadenza settimanale!

LIBAD:

Se il mantenimento viene versato all’altro genitore, è obbligato a rendicontare come lo spende?

RT: chi versa il mantenimento fa quasi sempre questa domanda. Ma …. no, il coniuge che riceve il contributo ordinario per i figli non è tenuto a giustificare come tale contributo venga utilizzato. Questo, di fatto, è uno dei temi maggiormente forieri di discussioni fra genitori separati. Soprattutto quando il contributo ordinario è molto elevato (perché il soggetto tenuto a versarlo ha un reddito particolarmente alto) sorge il sospetto che il genitore collocatario tragga un indiretto contributo per sé. Di contro in caso di contributo particolarmente esiguo, il genitore collocatario è spesso chiamato ad un sacrificio economico per poter garantire standard minimali ai figli.

LIBAD:

L’importo viene deciso con un calcolo specifico o è discrezionale?

RT: Alcuni tribunali, come ad esempio quello di Firenze, hanno codificato dei criteri relativamente rigorosi che prendono le mosse da percentuali del reddito del soggetto obbligato a versare l’assegno. Di norma la scelta è rimessa al prudente apprezzamento del giudice che, di fatto, si basa su due elementi: le disponibilità economiche di chi deve versare l’assegno ed il tenore di vita al quale i figli sono stati abituati in costanza di matrimonio dei genitori.

LIBAD:

Se un genitore perde il lavoro, può chiedere una revisione dell’importo?

RT: Assolutamente sì; è espressamente prevista una procedura volta a conseguire la modifica dei provvedimenti di separazione e divorzio. Il ricorrente dovrà descrivere e documentare la sopravvenienza di fatti nuovi la cui portata è in grado di modificare in modo significativo l’equilibrio precedentemente esistente.

LIBAD:

Se invece ha una promozione importante l’altro genitore può chiederne la revisione?

RT: Si, ma non basta che il soggetto obbligato incrementi il proprio reddito. È necessario che il genitore che chiede l’aumento dell’assegno dimostri che tale aumento è realmente necessario per garantire ai figli ciò di cui hanno veramente diritto.

Bisogna poi verificare di quale “miglioramento” si parla. Recentemente un uomo che in passato era dipendente di una azienda farmaceutica, ha aperto una società avente quale core business servizi medici a domicilio. Avendo più che decuplicato il proprio reddito, si è visto richiedere dalla moglie un sostanzioso incremento del mantenimento per i figli. Costituitosi in giudizio, il padre ha eccepito che le esigenze dei figli erano sempre le stesse. Si è così aperto un intenso contraddittorio, fortunatamente, chiuso con un accordo salomonico cadeggiato dal giudice.

Modifica delle condizioni di separazione e divorzio: quando è possibile?

LIBAD: Le condizioni stabilite in tribunale non sono scolpite nella pietra: la vita cambia, le situazioni economiche evolvono e spesso è necessario rivedere gli accordi.

In quali casi si può chiedere la modifica delle condizioni economiche o di affidamento stabilite nel divorzio?

RT: Come hai correttamente anticipato nella domanda, i provvedimenti in materia di affidamento, collocamento o mantenimento dei figli non conoscono mai il cosiddetto “giudicato”. Ciò significa che, nonostante il passaggio di un tempo più o meno significativo, qualora intervengano delle modifiche rilevanti nelle condizioni, non solo economiche, dei genitori o degli stessi figli sarà possibile richiedere al Tribunale un provvedimento di modifica delle condizioni di separazione o divorzio.

Esattamente come per i procedimenti di separazione e divorzio, anche i procedimenti di modifica potranno essere consensuali o giudiziali, con le medesime differenze in termini di durata della procedura, costi e soprattutto stress!

LIBAD:

Quali sono gli step per richiederla?

RT: Di norma, prima di tutto, l’avvocato della parte che intende conseguire una modifica contatta il legale della controparte e, una volta verificato che tra avvocato e cliente sussista ancora un rapporto professionale, si intavola una trattativa.

LIBAD:

E se l’altro genitore si oppone, come si procede?

RT: Se l’altro genitore non vuole procedere ad una modifica congiunta o se le parti, nonostante lodevoli sforzi non riescono ad accordarsi sui termini della modifica, chi ha interesse ad ottenere dei cambiamenti dovrà depositare il Tribunale un ricorso. Seguirà la fissazione di una udienza e tutto l’iter di un vero e proprio procedimento che si concluderà con una sentenza.

Cosa succede al mantenimento del coniuge se lui/lei inizia una nuova relazione?

LIBAD: Se l’ex coniuge si rifà una vita e convive con un nuovo partner, chi paga l’assegno di mantenimento può smettere di versarlo o serve un passaggio legale? (non stiamo parlando del mantenimento figli ovviamente)

La convivenza fa cessare automaticamente il mantenimento o serve un’azione in tribunale?
Come si dimostra una convivenza stabile?

RT: Una nuova relazione intrapresa in costanza di separazione non comporta alcun automatismo.

Sarà il giudice, chiamato a decidere sul ricorso presentato da colui che versa l’assegno di mantenimento, a stabilire se la nuova relazione abbia comportato un mutamento tale nell’assetto di vita di colui che percepisce l’assegno tale da giustificare la riduzione o l’eliminazione dell’assegno stesso.

Peraltro, secondo un recente indirizzo della giurisprudenza, anche la convivenza more uxorio del coniuge beneficiario, può far cessare il diritto all’assegno di mantenimento. La Cassazione ha affermato che la creazione di una nuova famiglia, ancorché di fatto, rescinde ogni connessione con la pregressa vita matrimoniale, allorquando si tratti di una relazione avente i caratteri della stabilità, della continuità e della regolarità. Siffatta relazione è in grado di incidere, pertanto, sul contributo al mantenimento, poiché, in ordine al parametro rappresentato dal tenore di vita goduto nel corso della vita matrimoniale, costituisce elemento di valutazione la relativa prestazione di assistenza ricevuta da parte del convivente (Cass. n. 25845/2013).

Diverso è il caso di nuove nozze post divorzio.

Il passaggio a nuove nozze comporta per l’ex coniuge beneficiario la perdita automatica di tutta una serie di diritti (perdita del cognome, della qualità di successore legittimo, ecc.), tra cui, in primis, secondo l’espressa previsione legislativa di cui all’art. 5, co. 10, l. n. 898/1970, la decadenza dell’assegno di mantenimento

Si tratta di una decadenza automaticache non richiede alcun intervento giudiziale e che ha effetto dal giorno stesso della celebrazione del nuovo matrimonio. Con il nuovo matrimonio viene meno, infatti, la funzione assistenziale dell’assegno divorzile, poiché in tale ipotesi i doveri di solidarietà morale ed economica si trasferiscono in capo al nuovo coniuge.

Mantenimento figli e maggior età: quando si smette di pagare?

LIBAD:

Sorpresa! Non basta che un figlio compia 18 anni per smettere di pagare il mantenimento.

Quando un genitore può chiedere la cessazione dell’assegno di mantenimento per un figlio maggiorenne?

RT: I figli devono essere mantenuti sino alla loro effettiva indipendenza economica.

Pertanto il raggiungimento della maggiore età non comporta assolutamente la cessazione del dovere di contribuire al loro mantenimento.

Certamente un figlio non può essere un eterno nullafacente che vive alle spalle dei genitori.

Ricordate il bellissimo film francese “Tanguy”? Situazioni del genere sono molto più frequenti di quanto si possa pensare!

LIBAD:

Quando si può richiedere la cessazione dell’assegno di mantenimento per un figlio maggiorenne?

RT: Se un ragazzo maggiorenne non studia e non vuole saperne di lavorare, il Tribunale, su ricorso del genitore obbligato a mantenerlo, tanto per cominciare può assegnare al figlio un termine entro il quale deve trovarsi un lavoro (o quantomeno dimostrare di fare tutto il possibile per reperirlo).

Passato anche tale periodo senza che il figlio abbia mosso un dito, il Tribunale può eliminare il contributo al mantenimento.

Permane sempre e comunque in capo al genitore l’obbligazione alimentare (mantenimento e alimenti sono concetti ben differenti, Gli alimenti legali sono prestazioni di assistenza materiale dovute per legge alla persona che si trova in stato di bisogno economico. Essi trovano la loro fonte, anche costituzionale, nel dovere di solidarietà (art. 2 Cost.): un genitore infatti potrà ben smettere di mantenere un tenore di vita che il ragazzo, non ha dimostrato di meritare, ma dovrà pur sempre garantirgli il minimo essenziale per sopravvivere.

LIBAD: Quindi se il figlio studia all’estero o fa un master, il mantenimento continua ad essere dovuto. Ma se un figlio lavora con un contratto, il mantenimento può essere ridotto o eliminato? E se il contratto è precario?

RT: Se il contratto è davvero precario (e non fittiziamente, nel senso che viene costantemente rinnovato) il genitore può, al massimo, ottenere di “congelare” il mantenimento durante i mesi nei quali il figlio ha un reddito; ma il dovere di mantenere il figlio permane sino a quando la sua autonomia economica non sia consolidata

Abuso del mantenimento e false dichiarazioni economiche

LIBAD:

Ok, diciamolo: il mantenimento non dovrebbe essere un trucco per farsi mantenere a vita, eppure capita di sentire storie di ex che dichiarano un reddito più basso del reale per ottenere di più o di figli ultratrentenni che restano “studenti” per continuare a ricevere il mantenimento.

Ora, nessuno qui vuole alimentare paranoie, ma se avete il sospetto che il vostro ex o vostro figlio maggiorenne stia approfittando del sistema… si può fare qualcosa?

 Come si scoprono e contestano false dichiarazioni economiche?
 Quali strumenti legali esistono per tutelarsi da chi “bara”?

RT: Sicuramente dopo le recenti riforme che hanno innovato anche i procedimenti in materia di diritto di famiglia, i tribunali hanno operato una “stretta” contro i “furbetti”. Prima delle recenti modifiche sia procedurali, sia pratiche, il tribunale in un primo momento si basava sostanzialmente solo sulle dichiarazioni dei redditi ed era facile che, almeno in sede di provvedimenti provvisori, venissero emesse delle ordinanze poco eque.

Oggi sin dal principio della pratica di separazione o divorzio entrambi i coniugi devono produrre una copiosa documentazione e compilare, sotto la propria responsabilità, una informativa reddituale e patrimoniale che fotografa in modo dettagliato la situazione effettiva.

Ovviamente ci sono molti casi in cui un soggetto riesce ad occultare in modo abile e callido alcune partecipazioni societarie o altri asset. In tali casi si può ricorrere all’opera di investigatori privati che consentano di fornire al giudice quantomeno degli indizi che giustifichino l’apertura di ulteriori fasi processuali (CTU economico contabili, ordini di esibizioni di documentazione) attraverso le quali tentare di far emergere la verità.

Recentemente un investigatore ingaggiato da un marito che sta pagando un lauto contributo al mantenimento della moglie, ha scoperto che quest’ultima svolge una lucrosa attività di intermediazione immobiliare. La signora è stata seguita in località esclusive tra le quali Montecarlo e Portofino dove, utilizzando lo “schermo” di un amico che opera nel settore immobiliare, riesce a portare a termine lucrose operazioni di intermediazione immobiliare senza comparire.

LIBAD:

Provo a riassumere nella scheda che segue quanto abbiamo appreso finora:

Fine della Guida (ma non del viaggio)

E con questa terza puntata, chiudiamo la nostra Guida Galattica alla Separazione e al Divorzio Consapevole. Se siete arrivati fin qui, potete considerarvi ufficialmente “Divorziandi Evoluti”. 🏆 Niente toga, niente discorso di laurea, ma almeno un mojito ve lo siete meritati.

Speriamo che questa guida vi abbia dato strumenti concreti e anche un po’ di leggerezza. Perché separarsi è una cosa seria, ma affrontarla con consapevolezza (e magari un pizzico d’ironia) può davvero fare la differenza.

Ricordate: chi perde il controllo, perde lucidità. E chi si lascia travolgere dall’ansia, spesso prende decisioni che poi… si rimpiangono.

Quindi: respirate. Raccogliete i pensieri. Prendete fiato e poi agite.

💡 Se avete ancora domande, dubbi o volete raccontarci la vostra esperienza, sapete dove trovarci:
su questo portale oppure sull’account Instagram Life is Better After Divorce

Ci vediamo alla prossima puntata. Ma questa volta, della vostra nuova vita.
Perché il divorzio è la fine di un capitolo, non del libro.


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