Cari lettori,
torniamo a parlare di tradimenti — sì, proprio quella cosa che pare non passi mai di moda. Ne abbiamo già discusso tempo fa insieme allo studio Rutigliano Trasatti (@idivorzisti), quando vi abbiamo spiegato che, legalmente, tradire nel 2025 conta poco o nulla… a meno che non siate il tipo da mandare messaggi hot al coach di crossfit mentre l’altro genitore è a leggere le favole.
Ma oggi ci spingiamo oltre.
Perché mentre un mese fa il web si è infiammato sulla kiss cam dei Coldplay e sulle presunte corna stellari che coinvolgerebbero pure Raoul Bova (tranquilli, non parleremo veramente di loro — se ne è già parlato, straparlato e pure romanzato abbastanza…), noi abbiamo preferito farci una domanda diversa:
Cosa succede quando non tradisci solo tua moglie… ma anche l’amante?
Già, perché mentire sul proprio stato civile — “sono single, anzi no… separato… anzi no… separato in casa, giuro!” — non è solo una pessima strategia di dating (peggio di usare foto del 2010), ma potrebbe trasformarsi in un reato. E no, non è una puntata di “Beautiful”, è la realtà italiana. Con tanto di sentenze vere, condanne e risarcimenti che fanno più male del mutuo.
Come sempre, per separare la fiction dalla legge vera, abbiamo coinvolto i Divorzisti, che con pazienza e precisione ci aiutano a rispondere a domande molto pratiche:
🕵️♂️ Quando mentire all’amante è penalmente rilevante?
📜 Cosa succede se falsifichi un certificato di divorzio?
💔 Chi può chiedere un risarcimento?
🔍 E soprattutto: l’investigatore privato… serve davvero o resta una figura da romanzo noir?
Pronti? Partiamo.
DOMANDA 1 – Quando il tradimento diventa (davvero) un reato?
LIBAD: Sappiamo che il tradimento in sé, nel 2025, non ha quasi più rilievo legale… certamente esiste ancora la possibilità che venga richiesta la pronuncia di addebito della separazione; tuttavia si tratta di un qualcosa di meno frequente di un tempo, per una pluralità di ragioni sociali (i costanti cambiamenti dei costumi sociali finiscono inevitabilmente per condizionare anche gli orientamenti dei Tribunali).
Ma se una persona non si limita a tradire il partner e mente anche all’amante dicendo di essere separato o divorziato, può davvero finire nei guai? In quali casi questa “finta identità sentimentale” diventa penalmente rilevante?
RT: Illuminante, in questo caso, è la lettura della sentenza 34800 del 2016 con la quale la Corte di Cassazione ha “valutato” la condotta di colui che, per non deludere l’amante e mantenere attiva una relazione extra coniugale, comunica all’amante di aver ottenuto il divorzio proprio per assecondare il sogno di convolare a nozze della nuova fiamma. Non pago, promettendo addirittura un matrimonio in chiesa, comunica anche di aver ottenuto l’annullamento dalla Sacra Rota!
Scoperta la moltitudine di menzogne subite, l’amante denuncia il fantasioso uomo il quale viene condannato per il reato di sostituzione di persona, previsto e punito dall’art. 494 del codice penale.
Per la Cassazione, il delitto in questione si consuma nel momento in cui qualcuno è indotto in errore con i mezzi indicati nella norma a prescindere dal fatto che il vantaggio (obiettivo) avuto di mira dall’agente sia stato o meno ottenuto. Mentire in una relazione va a condizionare e limitare la libertà di scelta e a manipolare la vittima per far ottenere al bugiardo un proprio vantaggio anche in termini di relazione affettiva, sessuale e sentimentale.
Sicuramente la società attuale, e soprattutto il massivo utilizzo dei social, inducono un po’ tutti a rappresentare se stessi in modo a dir poco romanzato o, per rimanere in tema social, “filtrato”.
Però un conto è la cosiddetta bugia sociale, altra cosa è la figura delittuosa della sostituzione di persona. La bugia sociale è una comunicazione non veritiera o comunque fuorviante esternata in situazioni sociali senza intento fraudolento o di danneggiamento del prossimo… insomma una debolezza umana, magari non encomiabile, ma certamente non punibile dalla legge.
LIBAD: Quindi ricapitoliamo: se ti inventi una vita da scapolo mentre tua moglie prepara il minestrone, non è solo una figuraccia… può costarti una condanna penale. E questo vale anche per il togliersi la fede e impostare Tinder su “separato/divorziato” quando non è vero.
La morale? Mentire sui social è una cosa, creare un alter ego per conquistare qualcuno è tutt’altra storia. La legge non perdona la creatività romantica.
DOMANDA 2 – E se si arriva a falsificare documenti per coprire la doppia vita?
LIBAD: Ci sono persone che, per mantenere una doppia vita sentimentale, arrivano a falsificare il proprio documento di identità o i certificati di separazione o divorzio. In casi del genere, quali reati entrano in gioco? E quanto è alto il rischio penale?
RT: Beh…in questo caso l’asticella della rilevanza penale si alza decisamente.
Infatti quando un soggetto arriva a utilizzare un documento falso e / o a falsificare i propri documenti commette il reato di possesso e fabbricazione di documento falso.
Per l’art. 497 bis del codice penale “chiunque è trovato in possesso di un documento falso valido per l’espatrio è punito con la reclusione da due a cinque anni. La pena di cui al primo comma è aumentata da un terzo alla metà per chi fabbrica o comunque forma il documento falso, ovvero lo detiene fuori dei casi di uso personale”.
Se poi il soggetto falsifica dei certificati pubblici al fine di dimostrare la propria (falsa) qualità di persona divorziata, incappa nel reato di falsità materiale in atto pubblico previsto e punito dall’art. 482 del codice penale.
LIBAD: Traduzione per tutti noi: falsificare un certificato di divorzio con Photoshop non è solo da idioti… è da imputati. Meglio la verità nuda e cruda, anche se non fa fare match.
Pensateci: nel tempo che impieghereste a creare un finto certificato, potreste iniziare davvero una separazione. Almeno quella è legale.
DOMANDA 3 – A chi spettano i risarcimenti? Solo all’amante… o anche al coniuge?
LIBAD: Nel caso citato dalla Cassazione Penale n. 34800 del 2016, un uomo aveva ingannato un’amante (che frequentava un corso prematrimoniale e aspettava un figlio) facendole credere di essere divorziato… mentre nel frattempo anche la moglie era incinta. Un disastro a puntate, insomma. Ma legalmente parlando: chi può chiedere un risarcimento in situazioni del genere? Solo l’amante truffata o anche la moglie ignara? E su quali basi si distinguono danni morali, patrimoniali ed endofamiliari?
RT: La moglie ignara potrà certamente agire per conseguire il risarcimento dei danni (che proverà di avere subito) conseguenti alle scellerate condotte del marito poste in essere in violazione dei doveri nascenti dal matrimonio e previsti dall’art. 143 del codice civile. Sul punto è bene precisare che l’eventuale pronuncia dell’addebito nella causa di separazione non comporterà automaticamente il diritto a ottenere un risarcimento. Tale ristoro economico potrà essere ottenuto solo a seguito di un autonomo giudizio che si concluda con un sentenza di condanna.
Premessa la natura giuridica degli obblighi nascenti dal matrimonio consegue che la loro violazione, in caso di lesione di diritti costituzionalmente tutelati, può rappresentare un illecito civile e, quindi, dare luogo al risarcimento del cosiddetto danno endofamiliare, rientrante nel danno non patrimoniale (previsto dall’art. 2059 del codice civile), configurabile quando la lesione abbia alterato l’assetto dato dalle relazioni familiari ed abbia inciso sulla persona
LIBAD: In parole semplici: se fai danni in famiglia, paghi. Se fai danni fuori dalla famiglia mentendo sulla famiglia, paghi di più. È come il parcheggio: più stai dove non dovresti, più costa.
Il “danno endofamiliare” è quello che provochi dentro casa (alla moglie, ai figli), mentre quello “extrafamiliare” è quello che provochi fuori (all’amante che hai preso in giro). Entrambi costano, ma il primo fa più male al portafoglio perché tocca diritti costituzionali.
DOMANDA 4 – Ma quindi l’investigatore serve davvero… o solo nei film?
LIBAD: Nel nostro precedente articolo sul tradimento avevamo chiarito che le prove raccolte da un investigatore privato raramente fanno la differenza in tribunale, soprattutto per quanto riguarda l’affidamento dei figli o la divisione dei beni. Ma in un caso come questo, dove c’è una possibile rilevanza penale (falsi, doppia vita, danni morali), le cose cambiano? Un’investigazione privata può servire davvero… o resta comunque più utile a livello personale che legale?
RT: Indubbiamente un investigatore privato può essere molto utile in contesti quali quelli discussi nel presente articolo.
Abbiamo visto che la pronuncia di addebito non assicura necessariamente (né tantomeno automaticamente) l’ottenimento di un risarcimento. Tuttavia si tratta di una “premessa” di non poca rilevanza nell’ambito del successivo giudizio di risarcimento danni.
Posta tale premessa, l’attività investigativa volta a provare le modalità e soprattutto il timing del tradimento è assolutamente fondamentale ai fini della pronuncia di addebito e quindi può diventare una premessa fondamentale ai fini del risarcimento.
Con riferimento alla prova del danno ed alla quantificazione dello stesso, invece, le prove saranno fornite con altri mezzi ( certificati medici, permessi dal lavoro, testimonianze di amici e conoscenti….) e quindi in tale ambito l’attività dell’investigatore può dirsi più marginale.
LIBAD: Insomma, l’investigatore privato nel 2025 non è più quello dei film noir con impermeabile e sigaretta. È più un “detective digitale” che ti aiuta a costruire un puzzle di prove per dimostrare quando e come sei stato preso in giro.
Utile? Sì, ma solo se hai un progetto legale serio, non se vuoi solo avere la conferma di quello che già sospetti per stare meglio con te stesso.
Conclusione
Il tradimento non è più quello degli anni ’90, con l’alibi dell’ufficio e il profumo sconosciuto sulla camicia. Oggi, tra social, status “È complicato” e certificati scaricabili online, mentire richiede una regia degna di Scorsese… e un avvocato altrettanto bravo.
Ma attenzione: se tradisci tuo marito, fingi con il tuo amante, e ti inventi pure un divorzio mai avvenuto… non stai vivendo la tua “Dolce Vita”. Stai collezionando reati, procedimenti e richieste di risarcimento. Altro che avventure romantiche.
Si sa che ogni bugia online prima o poi viene a galla, e la vita è già abbastanza complicata senza aggiungere processi penali.
Quindi, prima di entrare nella spirale della doppia (o tripla) identità, fai un favore a tutti: parla chiaro. Anche se la verità non fa like, almeno non ti porta dal giudice.
E se sospetti che qualcuno stia giocando su troppi tavoli… beh, un investigatore, come suggeriscono i divorzisti, può valere più di mille discussioni su WhatsApp e più di cento stalking sui social.
Ricordate: nell’era dei social tutto si scopre, tutto si registra, e tutto può essere usato contro di voi. Meglio essere onesti fin dall’inizio. Costa molto meno.