La Carta dei diritti dei figli che ogni genitore separato dovrebbe imparare a memoria (invece di usarli come scudi umani)

Tempo di lettura: 10 minuti

La falsa centralità dei figli: quando “lo facciamo per loro” diventa una bugia

“Lo facciamo per il bene dei figli.” Se dovessi fare una classifica delle frasi più pronunciate durante le separazioni, questa sarebbe sicuramente sul podio insieme a “hai rovinato tutto tu” e “i soldi non li vedrai mai” (seguite a ruota da varie minacce creative su avvocati e tribunali).

Eppure, per quanto questa frase venga ripetuta come un mantra universale della genitorialità separata, la realtà è spesso diversa. Molto diversa.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Family Psychology, i bambini di genitori divorziati hanno un rischio aumentato di 1,5-2 volte di sviluppare problemi di adattamento, difficoltà accademiche e disturbi comportamentali. Ma qui c’è il colpo di scena: la ricerca dimostra che non è il divorzio in sé a creare questi problemi, ma il modo in cui i genitori gestiscono il conflitto.

Tradotto in parole povere: il problema non sono le separazioni, ma i genitori che trasformano i figli in tutto tranne che il centro della loro attenzione.

Ma attenzione: non stiamo parlando solo di chi si separa.

C’è un’intera categoria di coppie che, sempre “per il bene dei figli”, decide di rimanere insieme sottoponendo i pargoli ad anni di tensioni, silenzi punitivi, litigi notturni e atmosfere glaciali.

Come se crescere in una casa dove mamma e papà si detestano cordialmente fosse preferibile a una separazione serena. (su questo aspetto abbiamo già scritto e forse ci torneremo con un articolo specifico).

Perché diciamocelo chiaramente: quando i genitori dicono “al centro ci sono sempre i figli”, spesso quei figli finiscono ovunque tranne che al centro.

Diventano scudi, armi, testimoni, bancomat, spie, messaggeri e, nei casi più gravi, piccoli soldati in una guerra che non hanno mai voluto combattere.

E prima che qualcuno si offenda pensando “io non sono così”, facciamo un rapido controllo della realtà: secondo una ricerca della Università del Colorado, il 32-39% dei genitori separati negli Stati Uniti e in Canada si considera vittima di comportamenti ostruzionistici da parte dell’ex partner.

Il che significa che circa 1 genitore separato su 3 sta vivendo o facendo vivere una forma di guerra fredda familiare. Non male per gente che dice di mettere sempre i figli al primo posto, no?

I figli come strumenti: quando l’amore diventa strategia

Arriviamo al nocciolo della questione. Perché, se è vero che molti genitori proclamano di mettere i figli al centro, la realtà è spesso differente: diventano degli strumenti. Sì, avete capito bene.

Quegli stessi bambini che dovrebbero essere protetti e tutelati finiscono per essere utilizzati come pedine in una partita a scacchi emotiva che non finisce mai.

E se pensate che stia esagerando, lasciate che vi presenti la galleria dei “campioni” della strumentalizzazione genitoriale: i figli usati come scusa per non separarsi, i figli usati come scudo per difendersi dall’ex, i figli usati come confidenti con lo scopo di fargli odiare l’ex, i figli usati come bancomat allo scopo di ottenere più soldi.

Alla fine, non sono i figli il centro del conflitto, ma il terreno su cui i genitori combattono per ego, potere e rivalsa. E mentre i genitori si combattono a colpi di manipolazioni psicologiche, ricatti emotivi e tattiche da guerra fredda, i veri sconfitti sono sempre loro: i bambini che avrebbero solo bisogno di sentirsi amati da entrambi i genitori, senza dover scegliere da che parte stare.

La vera centralità: quanto serviva una Carta per ricordare l’ovvio?

Evidentemente, il fenomeno della strumentalizzazione dei figli è talmente diffuso che l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza ha sentito il bisogno di creare un documento ufficiale per spiegare quali sono i diritti fondamentali dei bambini durante una separazione.

Sì, avete capito bene: nel 2018 è stata necessaria una Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori per ricordare agli adulti cose che dovrebbero essere scontate. Come se avessimo bisogno di un manuale di istruzioni per non traumatizzare i nostri bambini durante il divorzio.

È un po’ come se qualcuno avesse scritto una guida su “Come non dare fuoco alla casa mentre cucini” o “Manuale pratico per non insultare il capo durante le riunioni”. Tecnicamente utile, ma il fatto che esista già dice tutto.

Confesso di aver scoperto questa Carta solo di recente: mi è stata segnalata, e quando l’ho letta mi sono accorto che non era il solito documento burocratico pieno solo di buone intenzioni… è maledettamente concreta.

Non si limita agli aspetti legali o alle solite raccomandazioni generiche tipo “abbiate rispetto reciproco” (per quello che valgono). No, questo documento tocca le dimensioni psicologiche ed emotive più profonde dell’esperienza del bambino durante una separazione. I 10 punti della Carta (che includiamo alla fine dell’articolo) coprono tutto l’arco dell’esperienza: dal diritto di continuare ad amare entrambi i genitori fino alla necessità di ricevere spiegazioni comprensibili sulle decisioni che li riguardano.

È come se qualcuno avesse finalmente deciso di chiedere ai bambini: “Ma tu cosa vorresti in questa situazione?”

L’approccio rivoluzionario: ascoltare davvero i figli

Quello che mi ha colpito di più è che questa Carta è stata creata con il contributo diretto della Consulta dei ragazzi dell’Autorità Garante. In parole povere: hanno chiesto agli interessati cosa ne pensassero.

Rivoluzionario, vero?

Chiedere ai diretti interessati qual è la loro opinione invece di decidere tutto a tavolino tra adulti convinti di sapere sempre cosa sia meglio per loro. Come ha spiegato la Garante Filomena Albano durante la presentazione: “Molti degli articoli sono frutto del loro lavoro”. È la prima volta che sento di un documento ufficiale che mette davvero al centro il punto di vista dei bambini, non quello che gli adulti pensano sia il loro punto di vista. E il risultato? Un decalogo che suona incredibilmente normale.

Nel senso migliore del termine. Leggendo questi 10 punti, la sensazione è: “Ma certo, è ovvio che sia così!” Eppure, se fosse davvero così ovvio, perché avremmo bisogno di una Carta ufficiale per ricordarcelo? Perché migliaia di bambini ogni anno si ritrovano a fare i messaggeri tra genitori che non si parlano, o a sentirsi in colpa per amare entrambi i loro genitori?

La risposta è semplice: perché, quando siamo nel mezzo di una separazione, spesso perdiamo completamente di vista quello che dovrebbe essere ovvio. Siamo così concentrati sui nostri dolori, le nostre rabbie, i nostri diritti e le nostre rivendicazioni che ci dimentichiamo di guardare negli occhi quel bambino che ci sta chiedendo solo di poter continuare ad essere figlio di entrambi.

Ma non fermiamoci alle intenzioni. Vediamo nel concreto cosa dice davvero questa Carta e perché può fare la differenza.

I principali punti della carta che secondo me fanno la differenza: quando l’ovvio non è così ovvio

Senza tediare con tutti e 10 gli articoli, lasciatemene evidenziare alcuni che centrano proprio nel segno dei problemi più comuni.

Articolo 1: “I figli hanno il diritto di continuare ad amare ed essere amati da entrambi i genitori” Sembra banale? Non lo è affatto. Questo articolo in pratica dice: “Ehi, genitore, tuo figlio ha il diritto di voler bene anche al tuo ex senza sentirsi in colpa.” Tradotto nel mondo reale: no, non puoi fare quella faccia delusa quando tuo figlio torna entusiasta dal weekend con mamma/papà. No, non puoi dire “ah, vedo che ti sei divertito più con lui/lei che con me”. E no, non puoi nemmeno pensare di dire “se gli vuoi tanto bene, vai a vivere con lui/lei”. Questo articolo è un pugno nello stomaco per chi fa sentire i figli traditori ogni volta che mostrano affetto anche per l’altro genitore. È la base di tutto: i bambini devono sentirsi liberi di amare senza dover scegliere da che parte stare.

Articolo 4: “I figli hanno il diritto di essere ascoltati ed esprimere i loro sentimenti”

Questo articolo è per tutti quei genitori che pensano che i bambini non abbiano opinioni valide o che “tanto si adattano a tutto”. Invece no: i figli hanno il diritto di dire come si sentono e, soprattutto, di essere ascoltati davvero. Non con il classico “sì, sì, ho capito” mentre controlli WhatsApp, ma con attenzione vera. Tradotto nel mondo reale: se tuo figlio ti dice “ho paura di dormire nella casa nuova”, la risposta non può essere “ti abituerai”. Devi ascoltarlo, capire cosa lo spaventa, e trovare insieme una soluzione. Magari portare il suo peluche preferito, o lasciare una lucina accesa, o qualsiasi cosa lo faccia sentire più sicuro.

Altro esempio pratico: se i bambini dicono “voglio continuare a vedere i nonni”, non puoi ignorarli solo perché i nonni sono “dalla parte dell’ex”. I figli non si sono separati dai nonni, si sono separati i genitori. I bambini hanno il diritto di mantenere gli affetti che avevano prima, e tu hai il dovere di ascoltare questo bisogno invece di usarlo come arma di guerra.

In pratica: stop alle decisioni prese sopra la testa dei figli come se fossero pacchi da spostare. I bambini hanno una voce, e quella voce va ascoltata.

Articolo 7: I figli hanno il diritto di non essere coinvolti nei conflitti tra genitori

Il mio preferito resta questo: il diritto di non essere coinvolti nei vostri conflitti.

“Di’ a tuo padre che…”
“Chiedi a tua madre se…”
“Fagli sapere che…”

STOP. Tutti.

I figli non sono piccioni viaggiatori. Non sono diplomati in relazioni internazionali. E non dovrebbero mai trasformarsi in messaggeri di guerra tra due adulti che si sono dimenticati come parlarsi direttamente.

Ma il problema va oltre le frasette da corridoio. C’è anche chi li coinvolge emotivamente (“lo sai che papà mi fa stare male?”), giuridicamente (“vedrai, il giudice capirà con chi devi stare”), o moralmente (“hai capito chi è quello giusto tra noi, vero?”). E tutto questo ha un solo effetto: sradicare i figli dalla loro infanzia, costringendoli a fare da traduttori, giudici o terapeuti improvvisati.

La verità è che i bambini non devono prendere posizione. Devono giocare, dormire sereni, parlare di scuola, di sogni, di amici, non di sentenze, assegni o tradimenti.

E se proprio avete qualcosa da dire al vostro ex… ecco la notizia shock: WhatsApp funziona anche dopo la separazione.

Articolo 10: “I figli hanno il diritto di ricevere spiegazioni su ciò che accade” L’ultimo che voglio evidenziare è forse il più sottovalutato. I bambini hanno il diritto di capire cosa sta succedendo, perché sta succedendo, e cosa succederà dopo. Questo è per tutti quei genitori che pensano che i bambini siano stupidi o che “tanto non capiscono”. Invece no: i figli hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo nella loro vita. Non con i dettagli da telenovela (“tua madre mi ha tradito con il personal trainer”), ma con spiegazioni appropriate per la loro età. Sto parlando di risposte oneste a domande semplici: “Mamma e papà continueranno a volermi bene?” “È colpa mia se vi separate?” “Dove andrò a vivere?” “Quando vi rivedrò insieme?” Troppo spesso i genitori, presi dalle loro battaglie legali ed emotive, si dimenticano che i figli hanno bisogno di chiarezza, non di silenzio o di mezze verità che alimentano le loro paure. I bambini preferiscono una verità spiegata bene a mille bugie raccontate male.

Questi quattro articoli, da soli, se fossero rispettati alla lettera, eliminerebbero probabilmente l’80% dei traumi che i bambini subiscono durante le separazioni dei genitori. Il fatto che abbiano avuto bisogno di essere messi nero su bianco in un documento ufficiale la dice lunga su quanto spesso vengano ignorati

Perché la Carta dei diritti dei figli è un documento che dovremmo rendere obbligatorio

Proprio per i motivi raccontati sopra, più ci penso, più mi convinco: questo documento dovrebbe essere letto ad alta voce, davanti al giudice, da ogni genitore che chiede la separazione….

Tipo la formula del matrimonio, ma al contrario. Invece di promettere “nella buona e nella cattiva sorte” (promessa che evidentemente non è andata benissimo), i genitori, separandosi, dovrebbero impegnarsi pubblicamente a rispettare questi 10 diritti fondamentali dei loro figli.

Suona assurdo? Probabile. Ma considerando che abbiamo bisogno di una Carta ufficiale per ricordare ai genitori di non traumatizzare i figli durante il divorzio, forse un po’ di solennità in più non guasterebbe. Dopotutto, se una coppia può promettersi amore eterno davanti a un pubblico ufficiale (salvo poi separarsi tre anni dopo), perché non dovrebbe promettere pubblicamente di rispettare i diritti dei propri figli durante la separazione? Mi sembra una promessa molto più importante e, se compresa, con molte più probabilità di essere mantenuta!

Conclusioni

Se ti sei separato e nessuno ti ha chiesto di recitare la Carta dei Diritti dei Figli davanti al giudice, tranquillo: puoi sempre rimediare.

Come? Mandane una copia alla tua ex o al tuo ex. Nessuna polemica, solo un messaggio: “Non è una minaccia. È solo un promemoria”.

Magari non salverà il mondo, ma potrebbe migliorare un po’ il vostro. E soprattutto il loro.

DI SEGUITO LA CARTA DEI DIRITTI DEI FIGLI NELLA SEPARAZIONE DEI GENITORI

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