Cocooning Sociale: l’evitamento dell’intimità emotiva segnala la fine di una relazione? parte 1

Tempo di lettura: 6 minuti

Ehi tu, sì proprio tu che stai leggendo questo articolo mentre il tuo partner è impegnato in telefonate per organizzare la cena con gli amici di stasera! Fermati un attimo e chiediti: quando è stata l’ultima volta che hai passato un weekend romantico solo con la tua dolce metà? Una serata al cinema/teatro voi due, una cenetta in un ristorante particolare o anche solo una serata tranquilla a casa a vedere un film insieme?

Se la risposta è “non ricordo… fammi vedere un attimo sul cellulare” allora potrebbe essere che tu stia praticando il nuovo sport: il cocooning sociale.

No, non è una nuova disciplina olimpica (anche se, considerando quanto è diffusa, potrebbe diventarlo). Il cocooning sociale è quel fenomeno per cui alcune coppie, soprattutto quelle che stanno insieme da un po’, evitano di passare del tempo da sole come se fossero allergiche all’intimità emotiva. Invece, preferiscono circondarsi di amici, familiari, o chiunque altro possa fare da cuscinetto tra loro due.

Ora, prima che tu pensi “Ma dai, io e il mio partner siamo solo delle farfalle sociali!”, lascia che ti dica una cosa: socializzare è fantastico, ma quando diventa una scusa per non affrontare i problemi di coppia, potrebbe essere il segnale che la vostra relazione sta andando a rotoli più velocemente di un castello di carte dopo un colpo di tosse.

Quando l’evitamento diventa la norma

Secondo John Gottman, che ha passato più tempo a studiare le coppie di quanto la maggior parte di noi passi a guardare Netflix, quando l’evitamento diventa la norma, la soddisfazione di coppia crolla inesorabilmente. Degli studi di Gottman abbiamo anche parlato nell’articolo Navigare nelle tempeste coniugali.

Ma non preoccupatevi, se vi riconoscete in questa descrizione, non siete soli. Anzi, siete in ottima compagnia! Diversi lettori, ora felicemente divorziati o separati, hanno attraversato questa fase. E indovinate un po’? Hanno scoperto che la vita dopo il divorzio può essere molto più gustosa di una relazione in cui l’unico momento di intimità è quando vi scontrate prendendo il telecomando.

Quindi, mettetevi comodi e scopriamo insieme cos’è questo benedetto cocooning sociale e perché potrebbe essere il segnale che la tua relazione sia giunta agli sgoccioli!

Cos’è il Cocooning Sociale?

Immagina di essere in una relazione dove tu e il tuo partner siete come due magneti dello stesso polo: vi respingete automaticamente appena c’è il rischio di rimanere soli. Ecco, questo è il cocooning sociale in pillole. Ma approfondiamo un po’, che ne dici?

Il cocooning sociale è quella meravigliosa strategia di coppia (e con “meravigliosa” intendo “potenzialmente disastrosa”) in cui si evita l’intimità emotiva come se fosse una multa per divieto di sosta. Invece di affrontare i problemi o, Dio non voglia, parlare dei propri sentimenti, le coppie si circondano di amici, eventi sociali e attività di gruppo come se la loro vita dipendesse da questo.

Ma attenzione: non stiamo parlando della normale socializzazione. Quella è sana e fa bene come una spremuta d’arancia. No, il cocooning sociale è quando preferiresti organizzare una cena con 20 persone piuttosto che passare una serata tranquilla con il tuo partner. È quando respingete (in maniera conscia o inconsapevole) l’idea di rimanere soli.

Nella letteratura psicologica, questo comportamento non ha un termine universalmente riconosciuto (non stupitevi quindi se non lo trovate chiamato in questo modo), ma è strettamente correlato a dinamiche di evitamento dell’intimità o distanziamento emotivo all’interno delle relazioni di coppia. Può anche essere visto come un esempio di comportamenti di fuga o di evitamento di fronte a problemi relazionali.

Secondo gli studi di Levine e Heller, autori di “Attached“, questo comportamento è spesso legato a stili di attaccamento insicuri. In parole povere, alcune persone hanno tanta paura dell’intimità emotiva quanto ne hanno degli insetti.

Ma perché succede? Il solito Gottman ha scoperto che l’evitamento dell’intimità è uno dei “quattro cavalieri dell’apocalisse relazionale”. Gli altri tre, giusto per curiosità, sono la critica, il disprezzo e l’atteggiamento difensivo. Un poker d’assi per mandare a monte qualsiasi relazione!

Il cocooning sociale è come mettere un cerotto su una ferita che richiede punti di sutura. Può sembrare che funzioni per un po’, ma sotto la superficie, le cose continuano a peggiorare.

Ad ogni modo, riconoscere di essere in questa situazione è già un grande passo. Nei prossimi paragrafi, esploreremo più a fondo questo fenomeno, vedremo chi ne è più suscettibile, e soprattutto, capiremo perché a volte riconoscere la fine di una relazione può essere l’inizio di qualcosa di molto, molto meglio.

Come si manifesta il Cocooning Sociale?

Proviamo a fare un piccolo gioco: se vi riconoscete in almeno tre delle situazioni seguenti, congratulazioni! Potreste essere fedeli (o inconsapevoli) praticanti del cocooning sociale..

  1. L’ultimo “appuntamento romantico” che ricordate coinvolgeva almeno altre quattro persone e un cane.
  2. La vostra idea di “serata intima” è guardare le vostre serie preferite… in stanze separate.
  3. Avete più foto di gruppo sul vostro telefono che selfie di coppia.
  4. L’idea di una vacanza di coppia è più stressante della pianificazione di un colpo ne “La casa di carta“.
  5. Conoscete meglio i gusti culinari dei vostri amici che quelli del vostro partner.
  6. L’ultima volta che avete avuto una conversazione profonda con il partner, Draghi era ancora presidente.

Ma aspettate, c’è di più! Secondo la dottoressa Sandra Murray, specializzata in studi sull’evitamento nelle relazioni, il cocooning sociale si manifesta in modi sottili ma persistenti: come in una danza elaborata in cui entrambi i partner cercano costantemente di mantenere una distanza di sicurezza emotiva.

Spesso questo comportamento viene mascherato da “vita sociale attiva” o “essere una coppia popolare”. Ma ricordate: essere il re e la regina dei party non vi fa automaticamente i sovrani di una relazione sana.

E ora, proviamo ad affrontare anche l’elefante nella stanza… alcuni di voi penseranno sicuramente: “Ma io e il mio partner facciamo ancora sesso, quindi siamo al sicuro dal cocooning sociale, giusto?” Ebbene, non così in fretta: gli studi ci dicono che il sesso, da solo, non è un lasciapassare per l’intimità emotiva.

Vediamo, vi suona familiare questo scenario? Tornate a casa dopo l’ennesima cena con gli amici, vi guardate e pensate: “Beh, dovremmo farlo, no?” Quello che segue è una sveltina degna di un record olimpico. Congratulazioni, avete appena “timbrato il cartellino” della vostra relazione! Il sesso fatto per timbrare il cartellino è proprio la definizione che ne da lo psicologo David Schnarch: una sorta di performance sessuale programmata, priva di passione o vera connessione.

Il sesso in questa modalità è più comune di quanto si pensi e non è raro sia legato anche al cocooning sociale: risulta quindi sbrigativo, sostitutivo di eventuali discorsi, e raramente soddisfacente per entrambi.

Questo “sesso da timbro” è doppiamente insidioso: da un lato c’è l’illusione di una relazione funzionante, dall’altro il baratro del “sexless marriage“.

Gli psicologi John Gottman e Julie Schwartz Gottman ci hanno mostrato che il sesso programmato, fatto solo perché “si deve fare”, perde rapidamente la sua magia. Pensateci: se il sesso diventa un compito da svolgere piuttosto che un momento di connessione, quanto ci vorrà prima che uno dei due (o entrambi) decida che il gioco non vale la candela?

E, come dimostrano le ricerche di Denise Donnelly, spesso questo è solo l’inizio di una spirale discendente. Prima iniziate con il sesso programmato una volta alla settimana, poi piano piano la frequenza scende e vi ritrovate in un matrimonio senza sesso (o “sexless marriage”, come dicono gli esperti).

Da un cocooning sociale con “sveltine” di routine ad un matrimonio senza sesso il passo potrebbe essere più breve di quanto pensiate. (se non l’avete fatto vi consiglio di leggere il nostro articolo sui matrimoni senza sesso).

Radici psicologiche del Cocooning Sociale

La dottoressa Brené Brown, nel suo studio sulla vulnerabilità del 2010, ci dice che alla base del cocooning sociale c’è spesso la paura della vulnerabilità, dell’intimità, del rifiuto, di scoprire che il vostro partner ha dei bisogni oppure il timore di rivelare le proprie debolezze

È come se il cervello di quelle persona avesse un bottone di “modalità protezione” che si attiva quando le cose si fanno troppo intime. George Vaillant, che ha dedicato i suoi studi ai meccanismi di difesa, chiamerebbe questo un “meccanismo di difesa maturo“. A me ricorda molto la “modalità struzzo“, ma… non sono io l’esperto!

E non dimentichiamoci della teoria dell’autodeterminazione di Deci & Ryan che hanno scoperto che tutti in realtà siamo un po’ in conflitto tra il bisogno di connessione e la paura del rifiuto.

Il cocooning sociale sembra più sicuro, certo, ma alla fine vi potreste comunque ritrovare a non avere realizzato i desideri/bisogni di nessuno e di aver solo passato del tempo senza pensare troppo.

Riconoscere queste radici psicologiche è il primo passo per capire perché voi e il vostro partner vi comportate come due pinguini su una lastra di ghiaccio: cercate disperatamente di mantenere l’equilibrio evitando di avvicinarvi troppo l’uno all’altro, per paura di far crollare tutto. Potreste capire che è ora di lasciare quella lastra di ghiaccio traballante e nuotare verso acque più calde… magari da soli.

Quanto è comune questo fenomeno?

Se fosse un gelato, sarebbe il gusto vaniglia: sorprendentemente diffuso e spesso sottovalutato. Secondo uno studio condotto da Deborah Carr (2019) dell’Università di Boston, circa il 40% delle coppie sposate riferisce di vivere in quello che potremmo definire un “matrimonio di compagnia“, dove l’intimità emotiva è al livello di due coinquilini che si salutano mentre si incrociano in corridoio.

Ma aspettate, c’è di più! Ricordate quando parlavamo di “sexless marriage”? Ebbene, secondo una ricerca di Denise Donnelly (2020), circa il 30% delle coppie sposate vive in una relazione senza sesso. E indovinate un po’? Molte di queste coppie sono campionesse di cocooning sociale.

E ora, prepariamoci a un confronto generazionale che farebbe impallidire qualsiasi battaglia rap. Uno studio di Jean Twenge (2021) ha rivelato che i Millennial sono più propensi al cocooning sociale rispetto ai Gen-X. Sorpresi? Io no. Dopotutto, perché affrontare i problemi di coppia quando puoi semplicemente scorrere TikTok all’infinito?

Queste statistiche ci dicono che se vi riconoscete nel cocooning sociale, non siete soli. Ma attenzione: essere in buona compagnia non significa necessariamente essere sulla strada giusta!

Conclusione della prima parte

Anche su questo tema le cose da dire erano tante e chi mi ha seguito fino a qui mi sta leggendo da oltre 6 minuti. Forse è meglio fare una pausa per lasciarvi metabolizzare i concetti che vi abbiamo raccontato.

Nella prossima parte, esploreremo chi è più soggetto a questo comportamento, come il cocooning sociale si manifesta in modo diverso tra uomini e donne, e soprattutto, perché riconoscerlo potrebbe essere il primo passo verso una vita relazionale più autentica… anche se questo potrebbe significare dire addio al vostro partner attuale. Stay tuned! 😊


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