Highway to Hell e ritorno: un matrimonio in chiave AC/DC

Tempo di lettura: 3 minuti

Cari separandi, divorziati o aspiranti tali,

in vista dell’unica tappa italiana degli @acdc a Imola, mentre ascoltavo la playlist per caricarmi, mi è venuta un’idea: trasformare le loro canzoni più iconiche in una storia semiseria su matrimonio, separazione e rinascita.

Oggi niente tono sobrio e riflessivo. Oggi si suona. E lo facciamo con i volumi al massimo, in onore di una delle band più iconiche del rock: gli AC/DC. Ma non pensate che sia solo un omaggio musicale: questo è un carosello narrativo travestito da playlist. Una sequenza di brani che, guarda caso, racconta le tappe emotive di un matrimonio che si sfascia… e di una persona che si rimette in piedi più rock di prima.

Perché diciamolo: a volte, il matrimonio non è altro che una autostrada in cui vivi le pene d’Inferno. E allora tanto vale riderci sopra, riconoscersi nei riff distorti di Angus Young e ripartire con la consapevolezza che la vera energia si risveglia quando smetti di recitare una parte che non è più tua.

1. “Highway to Hell”: la corsia preferenziale per l’inferno emotivo

Siamo onesti: ci siamo finiti tutti almeno una volta. Non era l’autostrada dell’amore eterno, era più simile a una corsia d’emergenza piena di “non detti”, compromessi a senso unico e silenzi assordanti. La verità? Il matrimonio non è sempre una fiaba. E accorgersene non è fallire: è iniziare a salvarsi.

2. “Hells Bells”: ogni “dobbiamo parlare” è una campana a morto

Le ricerche lo confermano: secondo uno studio della University of Denver, le coppie che evitano i conflitti peggiorano più rapidamente di quelle che li affrontano. Ma quando ogni discussione diventa una battaglia e ogni confronto un ultimatum… beh, le bells suonano davvero.

3. “Dirty Deeds Done Dirt Cheap”: quando l’amore diventa una trattativa al ribasso

Ci siamo passati: piccole manipolazioni, grandi omissioni, favoritismi. Lì dove dovrebbe esserci amore, si installa un piccolo mercato nero fatto di colpe rimpallate e intelligenza emotiva svenduta. Cheap love, indeed.

4. “The Jack”: giochi di carte truccate

Una delle canzoni più ambigue e ironiche degli AC/DC. Ufficialmente mascherata da metafora pokeristica, The Jack ha una seconda lettura decisamente più esplicita: durante alcune esibizioni live, i membri della band (Bon Scott prima e Brian Johnson poi) hanno confermato che si trattava di una frecciatina sessuale, con “The Jack” come slang per la sifilide. Detto questo, anche in amore spesso si gioca sporco, ci si bluffa a vicenda e si scambiano illusioni per romanticismo.

Ti illudi di avere un jolly, ma scopri che stai giocando con un due di picche. O viceversa. Il punto è che le relazioni che si reggono sulle maschere prima o poi crollano. E dietro il bluff, resta solo la fatica di non essere stati sinceri con se stessi.

5. “There’s Gonna Be Some Rockin'”: è il momento di reagire

Non stai più zitto. Non resti più fermo. La rottura diventa creazione, e la tua vita ricomincia a suonare. Secondo l’American Psychological Association, le persone separate che riscoprono attività fisiche o artistiche riportano un aumento significativo del benessere mentale nei 6 mesi post-divorzio. Quindi: alzati, e balla forte.

6. “It’s a Long Way to the Top (If You Wanna Rock’n’Roll)”: separarsi non è uno sprint

È una scalata. Fatta di burocrazia, avvocati, giornate storte e notti peggiori. Ma è anche la via per tornare a te. E fidati: la cima vale tutta la fatica. Come ogni canzone ben costruita, il ritornello arriva dopo una buona strofa di sudore.

7. “Back in Black”: lutto finito, si ricomincia

Sei di nuovo tu, ma con meno illusioni e più stile. E, diciamocelo: il nero dona sempre, soprattutto quando smetti di viverlo come colore del dolore e inizi a indossarlo come simbolo di rinascita.

8. “The Rocker”: nessuno può dirti chi sei

Non sei diventato qualcun altro: hai solo tolto il volume alle cazzate. E ora, con più anni e meno filtri, sei finalmente fedele a te stesso. Il che, a pensarci bene, è la forma più autentica di libertà.

9. “High Voltage”: separato? Sì. Scarico? Mai.

Hai energia, visione, voglia di (ri)vivere. E soprattutto: non devi più scusarti per voler stare bene. Perché se c’è una cosa che ci insegnano gli AC/DC è che la vita va vissuta con il volume al massimo. E senza chiedere permesso.

Se anche tu pensi che la separazione non sia la fine del concerto ma solo la pausa prima del bis, benvenuto su LIBAD.

Abbiamo creato anche la playlist su Spotify Divorzio in chiave AC/DC – High Voltage Playlist LIBAD Style. E se hai una playlist al femminile da proporre, ti diamo volentieri spazio.

Perché il vero rock comincia dopo il divorzio.

P.S. Se ti interessa il tema musica e divorzio, vai a dare un’occhiata al nostro articolo Il potere della musica: la playlist giusta per ricominciare dopo il divorzio

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